martedì 19 marzo 2013

De Siano, il recordman delle poltrone: ha 4 cariche


Incarichi multipli


Alberto Alfredo Tristano
Senatore, consigliere regionale campano, consigliere provinciale a Napoli e consigliere comunale


Una testa e quattro seggi: uno al consiglio comunale di Lacco Ameno a Ischia, un altro al consiglio della Provincia di Napoli, il terzo nell’assemblea regionale della Campania, l’ultimo al Senato della Repubblica. Domenico De Siano è davvero uno e quattrino (nel senso di ruoli).
Senatore De Siano, alla carriera di albergatore sull’isola verde, affianca quella di recordman delle poltrone. Come fa?
Diciamo che ci sono abituato.
In che senso?
Già nel 2010 ero in contemporanea consigliere comunale, provinciale, regionale e anche deputato. Ma durò poco.
Colpa delle incompatibilità.
Eh sì. Preferii la Regione.
Quindi anche stavolta saluta Roma.
Un momento.
Cosa?
Prima devo parlare col partito e col governatore Caldoro.
E che dirà?
Che vorrei fare il senatore.
Perché?
È tutta un’altra ebbrezza. Qua si devono fare le riforme. E poi stavolta al Senato ci stanno tutti i big.
A cominciare dal suo presidente Berlusconi.
Esatto.
Come l’ha trovato?
In forma, in formissima.
Nonostante l’uveite?
Niente lo abbatte.
A proposito di abbattimenti, lei in Campania è un paladino del condono, uno dei cavalli di battaglia del Cavaliere.
Giusto. Entrambi ci battiamo per i diritti.
Quali diritti?
Quello alla casa. La casa è sacra.
Quindi il tema non è accantonato.
Per niente. Io personalmente lo tratto mattina, pomeriggio e sera: alla Regione presiedo la Commissione Urbanistica.
Ma quattro incarichi non sono un po’ troppi?
Vabbè, già quello in Regione tra poco non c’è più.
E alla Provincia di Napoli?
Ma quello finisce da sé! Ora a Napoli si fa la città metropolitana, le Province spariranno proprio, vedrà. E poi scusi…
Prego.
Ma se io domani mattina mi dimetto in Provincia, dove sono rappresentante di Ischia e Procida, ci va magari uno che viene da Afragola o Caivano. E le mie isole, chi le tutela?
Ecco, l’isola. Lacco Ameno.
Toglietemi tutto, ma non il mio paese. Faccio politica da quando avevo vent’anni ed ero un giovane democristiano. Ho fatto tutto: consigliere, vicesindaco, sindaco.
Ma ora è senatore, potrebbe lasciare il passo.
Non ci crederà, ma io per Lacco Ameno rinuncerei pure al Senato.
Esagerato.
Giuro.


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