mercoledì 12 settembre 2012

Speaker 25enne di radio casertana si toglie la vita con il gas dell'auto

     
di Claudio Lombardi
CURTI - Non sapremo mai se sia stata una scelta meditata o un destino beffardo a volere che Sergio Ventriglia, 25 anni, di Curti, speaker radiofonico, si togliesse la vita in via Del Silenzio, la strada che porta al cimitero di Casapulla. Il cadavere è stato rinvenuto ieri mattina, verso le 7, nell’auto del fratello, Michele, nei pressi del camposanto. A ucciderlo sono state le esalazioni di anidride carbonica prodotta da un braciere che egli aveva portato con sé. Nella vettura la polizia ha trovato un bigliettino, nel quale chiedeva scusa al fratello per aver utilizzato la sua auto per compiere un gesto che a chi resta potrà apparire incomprensibile.

Sull’episodio stanno indagando gli agenti del commissariato di Santa Maria Capua Vetere, coordinanti dal dirigente Pasquale Trocino. Per gli inquirenti e per il pubblico ministero che sta seguendo le indagini, Antonella Cantiello, non si sono dubbi sulle cause del decesso: si è trattato di un suicidio. Sulle ragioni, invece, che l'hanno spinto a togliersi la vita si possono, per quel che vale, formulare solo ipotesi. Pare che Sergio soffrisse di depressione e fosse anche seguito da un medico; un mal di vivere, certificato da una serie di referti clinici, acuito dall’impossibilità di intravedere un futuro personale e professionale che avesse un minimo di stabilità. Dai primi di aprile, Sergio collaborava con successo con l’emittente casertana Radio Prima Rete.

Dalla redazione di via Delle Betulle l’editore Enzo Gazzillo si dice sconvolto: «Ero molto contento di lui – dichiara –: sembrava tagliato per questo lavoro. Abbiamo parlato un paio di volte e mi aveva impressionato la sua voglia di fare, era un vulcano di idee. A ottobre avremmo raddoppiato la sua presenza in palinsesto». Sergio conduceva una trasmissione il sabato mattina, «Vox Art», sugli eventi culturali della provincia. A portarlo in radio la coconduttrice e giornalista Serena Li’ Calzi. «Venne ospite – ricorda – nel mio programma a marzo: quando lo sentii al microfono capii che era un ragazzo speciale e lo proposi alla radio. Non lo conoscevo, ma siamo diventati subito amici. Sergio era solare, gentile, meticoloso e professionale. Ma come tutti quelli della sua e della mia generazione viveva senza prospettive, con la consapevolezza di non poter costruire nulla di certo. E di questo soffriva molto. L’ultima volta che l’ho sentito al telefono, una settimana fa, mi ha confessato che era stanco, senza motivazioni. Per me – afferma Serena –, Sergio non si è suicidato; Sergio è una vittima del sistema, è stato ucciso da una società che non è in grado di accogliere più nessuno».

Eppure, il 25enne di Curti di talento ne aveva da vendere: aveva persino vinto un concorso nazionale indetto dalla Sisal per commentare da inviato la finale degli Europei Polonia&Ucraina 2012 tra Spagna e Italia dalla tribuna stampa dell’Olimpiysky Stadium di Kiev. Una prova che avrebbe messo in ansia qualsiasi giornalista sportivo.

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