Il 22 settembre ci sarà un incontro pubblico a Parma a
cui parteciperò. Avrà inizio alle 14 e terminerà alle 18 in piazza della
Pace. Il tema di cui si tratterà è "Dies Iren - La fine degli inceneritori".
Non c'è una sola buona ragione per costruirli: danneggiano la salute,
l'ambiente, fanno aumentare i costi dello smaltimento dei rifiuti
scaricati poi sulla collettività. All'incontro parteciperanno medici,
economisti, ambientalisti e specialisti della gestione dei rifiuti. A
Parma è intervenuta la Procura che ha chiesto il sequestro
dell'inceneritore di Uguzzolo. L'inchiesta vedrebbe indagate 10
persone per presunte mancate autorizzazioni alla realizzazione
dell'opera. I reati ipotizzati sono abuso edilizio e abuso d'ufficio. Il gruppo IREN che sta realizzando l'inceneritore di Parma nasce il 1° luglio 2010 dalla fusione di Enìa in Iride e "si colloca ai vertici delle multiutilities nazionali". IREN è quotata in Borsa. Tra gli azionisti
vi sono i comuni interessati alla fornitura di servizi ai cittadini:
Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Genova, Torino. Per la proprietà
transitiva è come quotare in Borsa i sindaci e le amministrazioni
comunali, che si ritrovano ad essere sia clienti che azionisti.
Un piccolissimo conflitto di interessi. Un esercizio di alta acrobazia
con forniture quasi sempre erogate in regime di monopolio. Il gruppo
IREN ha circa tre miliardi di euro di debiti (su 3,5 miliardi di fatturato e 591 milioni di margine operativo lordo) e in Borsa ha perso il 34,55%
da inizio anno (*). Qualche domanda. Perché i servizi essenziali per il
cittadino come i rifiuti sono gestite da società esterne e non
direttamente dai Comuni? Perché i costi di amministratori delegati,
consiglieri di amministrazione, presidenti, eccetera, eccetera, di
queste multiutility sono scaricati sulla comunità sotto forma di aumento
delle tariffe? Perché quotare in Borsa società che operano in regime di
sostanziale monopolio partecipate dagli stessi clienti a cui forniscono
i servizi? Se queste multiutility dovessero fallire i debiti chi li
pagherà? I Comuni già indebitati? Al posto delle economie di scala, i
maxi debiti di scala?
(*) dato 11 settembre 2012
Nessun commento:
Posta un commento