mercoledì 27 marzo 2024

I LEGIONARI ROMANI CHE VIDERO LE MURCHINSON FALLS - UGANDA 🇺🇬

 



Seneca riporta che, intorno al 62, Nerone mandò alcuni legionari verso la città di Meroe in Nubia, al fine di esplorare tutto il Nilo a sud di quella capitale. La spedizione voleva informazioni sull'Africa equatoriale e sulle sue possibili ricchezze.

Seneca riferisce di aver udito da due Pretoriani il racconto del loro tentativo di scoprire il «caput Nili» (fonte del Nilo).e su questo tema scrisse un trattato: De Nubibus di "Naturales Quaestiones", che fornisce i dettagli della spedizione inviata da Nerone (62 d.c.), «caput mundi investigandum» (per esplorare la cima del mondo).


A Meroe, capitale del regno Meroe, a 200 km a nord della moderna Khartum e a 800 km a sud di Assuan, i due legionari ricevettero - come scrisse Seneca - le istruzioni del re Meroito e le lettere di raccomandazione per i re che avrebbero incontrato all'interno dell'Africa («A Rege Aethiopiae instructi Ausilio commendatique proximis regibus annuncio ulteriora»).


Partiti da Meroe, dopo molti giorni i legionari raggiunsero una palude immensa coperta di erbacce d'acqua, così fitta che né un uomo né una grande barca potevano passare, ad eccezione di qualche piccola barca con un uomo a bordo.


I romani esplorarono il Nilo Bianco da Meroe  fino in Uganda La descrizione data da Seneca è, secondo lo studioso Giovanni Vantini, anche ai nostri giorni un chiaro riferimento al Lago No, una palude immensa e malsana (infestata dalla malaria e dalla malattia del sonno, di 5,2 m di profondità, formata dalla confluenza del Bahr el Ghazal con il Nilo proveniente dall'equatore, e in certi tratti impenetrabile per i fitti arbusti e le sabbie mobili.


Per Vantini, che ha comparato gli scritti latini e la topografia attuale del Nilo, non è da escludersi che la guardia pretoriana sia arrivata anche in Uganda. Effettivamente, nella storia di Seneca si trova scritto: "Abbiamo visto due rocce, dalle quali la forza del fiume fuorusciva con potenza»  Lo scenario sarebbe quello di Murchison Falls, oggi Kabalega, dove il Nilo dal Lago Vittoria si immerge nel Lago Alberto, con un salto di quasi 50 m, in una gola con soli 10 m di larghezza.


Infatti nella parte superiore di Murchison Falls, il Nilo scorre attraverso un varco nella roccia di soli 7 m, lanciandosi per 43 m, per poi scorrere verso ovest nel lago Alberto. La corrente originata dal Lago Vittoria invia circa 300 mc al secondo di acqua sopra le cascate, strette in una gola con meno di 10 m di larghezza. « … (Il fiume Nilo) proviene da un lago molto grande delle terre » (Seneca: De Terrae Motu, NQ VI, 8,5)


I legionari dissero a Seneca che l'acqua del Nilo, che saltava tra le due rocce, proveniva da un lago molto grande della terra africana. E questo lago non può essere - secondo Vantini - che il Lago Vittoria, il lago più grande dell'Africa: l'unico fiume che lascia il lago, il Nilo Bianco (noto come Nilo Vittoria quando esce dal lago), lo fa a Jinja, nell'Uganda, sulla costa nord del lago e dopo vari km precipita nelle cascate Murchison.


Vantini ha scritto, nella pubblicazione Nigrizia del 1996, che i legionari hanno fatto un viaggio esplorativo, da Meroe fino in Uganda, di oltre 2.000 km. Un'impresa encomiabile se si considera che navigarono su piccole barche per poter sorpassare le paludi del Sudd, infestate da coccodrilli.


FONTE: https://www.romanoimpero.com/2016/09/spedizioni-romane-in-africa.html

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