mercoledì 29 gennaio 2014

Esclusivo. Ecco il segreto di Ferdinando d’Aragona
Nascose a Napoli la figlia di Dracula


Esclusivo. Ecco il segreto di Ferdinando d’Aragona <br/> Nascose a Napoli la figlia di Dracula

Dopo le origini napoletane del Dottor Frankestein, alcuni studiosi hanno trovato un legame segreto tra la nostra città e la vita del feroce conte Dracula. Si tratterebbe addirittura di una figlia del despota impalatore, vissuta in incognito a Napoli alla corte del re Ferdinando d’Aragona.

di Adriana D’Agostino

Napoli. “Un paradiso abitato da demoni”, scriveva Mary Shelley. Non a caso il  suo Dott. Frankestein nasceva alla Riviera di Chiaia e proprio da qui partiva alla volta della Germania.
Noi invece vogliamo raccontarvi la storia di un arrivo. La storia di qualcuno che giunse a Napoli in un tempo lontano portando con sé un bagaglio di orrore e mistero.
Una bambina. Una bambina di soli sette anni appartenente ad una nobile casata che forse è anche la più orribilmente famosa. Quella di Vlad III Basrad, detto Dracula. Una stirpe destinata alla dannazione eterna.
Siamo alla fine del 1400. L’ombra turca minaccia l’occidente. L’Europa dell’est è sotto assedio. Nel 1479 il re di Napoli Ferdinando d’Aragona torna dalla guerra portando in salvo una piccola innocente di origini slave. Per proteggerla, il sovrano la crescerà come sua figlia adottiva.
La piccola e bella Maria Balsa crescerà e vivrà la sua giovinezza alla corte di Napoli sotto lo sguardo curioso del popolo che vorrebbe penetrare il suo alone di mistero: da dove arriva Maria e chi sono i suoi veri genitori?
Una cosa è certa: la giovane ha davvero origini nobiliari. Proprio per questo, una volta cresciuta, il re Ferdinando la concederà in sposa al nipote primogenito Giacomo Alfonso Ferrillo, conte di Muro Lucano e Signore di Acerenza. Dopo il matrimonio, Maria seguirà il marito in Lucania trasferendosi nei suoi possedimenti.
Intorno al 1520 i coniugi Ferrillo-Balsa ordinano la ristrutturazione della cattedrale del paesino di Acerenza facendo edificare al suo interno una piccola e misteriosa cripta.
Napoli. Giorni nostri. L’avvocato Raffaello Glinni sta svolgendo una ricerca per conto dell’archivio storico da lui presieduto. Si tratta addirittura di scoprire a chi apparteneva un quadro di Leonardo ritrovato dalle parti di Acerenza. Lo studio è per questo focalizzato sulle antiche famiglie del luogo nel 1500.
Il ricercatore si sofferma in particolare sulla famiglia Ferrillo-Balsa constatando quante poche informazioni si avessero sulla moglie del più noto signore.
In collaborazione con l’università di Tallin, Glinni comincia, allora, una sua indagine personale sulla nobildonna, inseguendo un’intuizione allo stesso tempo folle ed affascinante: Maria Balsa potrebbe essere la figlia di Vlad III, voivoda di Valacchia, il leggendario e feroce Dracula dei romanzi di Bram Stoker.
A tradire la vera identità della principessa, rimasta segreta fino alla sua morte, sarebbe stato il blasone di famiglia che spicca sulla cattedrale di Acerenza. Non si tratta del simbolo dei Ferrillo, ma di quello dei Balsa che, per rango, sovrasta giustamente quello del marito. L’immagine rappresenta un drago inferocito e con le narici dilatate (tratto estetico caratteristico di Vlad più volte testimoniato). Il Drago spiega delle grandi ali simili a quelle di un pipistrello.
Ora, a quel tempo tra la serbia e la Romania , l’unico che  possedeva nel  blasone simbolo il Drago è il celebre  Vlad III  Basarad o Balsarad. Non solo. Nel blasone della Balsa, oltre al Drago, compare la  Stella: anche questa immagine rimanderebbe a Dracula, divenuto despota  proprio l’anno del passaggio della cometa di Halley.
Sempre sul drago è importante dire che Vlad II, padre del noto impilatore, era stato il co-fondatore  nel 1408  insieme a Sigismondo di Lussemburgo , al padre di Alfonso di Aragona ed a  Scandeberg d’Albania, di un Ordine detto del Drago, una alleanza di reciproco soccorso  per  contrastare l’ invasione dei Turchi.
Il nome Balsa deriverebbe quindi o da Balcana ( despota dei Balcani) contratto in Balsa, o da Basarad.
L’interno della cattedrale presenta, inoltre, altri simboli di straordinaria coincidenza, tra cui due dipinti e strane incisioni.
Nel prima raffigurazione si può riconoscere S. Andrea, patrono, guarda caso, della Romania. Nella seconda appare la stessa Maria rappresentata con le vesti di una santa che schiaccia con il piede, ancora una volta, un drago.
E poi un volto. Il volto di un uomo inciso nella cripta. L’uomo ha la barba che termina a riccio, le narici visibilmente aperte ed addirittura i canini sporgenti.
Molte di queste ricerche attendono di essere confermate e gli studiosi hanno dichiarato di essere in possesso di documenti preziosissimi che presto renderanno noti.
Il prossimo campo d’indagine potrebbe essere la ricerca della tomba di Maria Balsa e magari anche quella del suo vero padre. E non è da escludere che entrambe potrebbero trovarsi proprio nella città di Napoli.
In questo caso, infatti, si potrebbe immaginare un finale diverso per questa favola oscura fin qui raccontata: il conte Vlad  potrebbe essersi salvato dall’invasione turca e potrebbe essersi rifugiato anch’egli alla corte di Ferdinando insieme alla figlia. Vivi. Insieme. In incognito fino alla fine dei loro giorni. E magari sepolti nelle tombe della famiglia Aragona qui, a Napoli.
Uniti a questa città per l’eternità.

http://www.gialli.it/la-figlia-di-dracula

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