martedì 5 febbraio 2013

Fiat, Pomigliano: 19 operai Fiom, mandato a legali per denuncia



I lavoratori danno mandato ai legali per denuncia a Fiat


 Alcuni lavoratori all' esterno dello stabilimento Fiat di Pomigliano D' Arco

 Un lavoratore sulla moto all' esterno dello stabilimento Fiat di Pomigliano D' Arco

 Un lavoratore timbra il cartellino mentre entra nello stabilimento Fiat di Pomigliano D'Arco

 Pomigliano

 Pomigliano

 Pomigliano: operai lasciano Pomigliano

 Pomigliano: per i 19 operai Fiom stipendio ma stanno a casa

 Pomigliano

I 19 operai della Fiom assunti nella newco di Pomigliano d'Arco, daranno mandato ai legali del sindacato per una denuncia nei confronti della Fiat "per reiterata discriminazione". Lo annunciano gli stessi operai al termine di un incontro con gli avvocati, avvenuto dopo che l'azienda, per il secondo giorno, ha comunicato verbalmente agli operai l'impossibilità ad assegnare loro mansioni, anche se provvederà ad erogare regolarmente lo stipendio. "La discriminazione nei nostri confronti continua - ha spiegato Sebastiano d'Onofrio - e noi domani daremo mandato ai legali per una denuncia penale, in quanto la discriminazione nei nostri confronti continua, nonostante le sentenze di tribunale". Le tute blu della Fiom, inoltre, hanno ribadito che domani, alle 10,30, saranno fuori ai cancelli per un'assemblea con i cassaintegrati dello stabilimento, e successivamente effettueranno un volantinaggio tra i lavoratori al cambio turno in fabbrica.
Sono usciti anche oggi i 18 lavoratori della Fiom senza che fosse assegnata loro alcuna mansione al lavoro nello stabilimento Fiat di Pomigliano d'Arco (Napoli). "Anche oggi ci hanno comunicato che al momento non c'é possibilità di ricollocazione - ha spiegato Sebastiano D'Onofrio - ma come ieri non c'é stata alcuna comunicazione scritta". I lavoratori hanno annunciato che valuteranno la possibilità di tornare nello stabilimento ogni giorno "fino a quando non ci sarà assegnato il turno".

"Non vogliamo passare per i parassiti della società, con un'azienda che ci paga per restare a casa": lo ha affermato Aniello Niglio, uno dei 19 operai della Fiom assunti a novembre scorso su disposizione della Corte d'Appello di Roma, che da ieri sono a casa regolarmente pagati, ma, secondo l'azienda, attualmente non ricollocabili nello stabilimento a causa delle difficoltà di mercato. "Siamo umiliati", ha aggiunto Niglio all'uscita dallo stabilimento, dove i 18 metalmeccanici della Cgil (uno è in aspettativa per impegni elettorali) sono stati ricevuti da alcuni vertici aziendali che li ha informati della disposizione ufficiale, "ma ancora in forma verbale", aggiungono le tute blu. "Ci sentiamo feriti nell'orgoglio di lavoratori - ha aggiunto Niglio - e nella dignità di esseri umani. Eppure la Costituzione sancisce il diritto al lavoro, e la politica tutta, da centrodestra a centrosinistra, condanna l'assistenzialismo. Poi assistiamo ad una forma di assistenzialismo aziendale. Non vogliamo passare per i parassiti della società". I lavoratori, inoltre, hanno invitato tutti i colleghi ancora in cassa integrazione, ad imitarli: "Si presentino anche loro ogni giorno ai cancelli - ha detto Ciro D'Alessio - per chiedere all'azienda se c'é lavoro anche per loro. Diamo tutti la piena disponibilità a lavorare, e vediamo cosa risponde l'azienda". Gli operai hanno anche sottolineato che i vertici aziendali dello stabilimento campano hanno comunicato loro che per questa settimana le cose resteranno invariate: "Stiamo valutando se tornare anche domani mattina - hanno concluso - anche se è brutto essere messi fuori ogni giorno".

FORNERO,NON DIGNITOSO LASCIATI A CASA CON SALARIO 
 - "E' ovvio che non è dignitoso per nessuno ricevere un salario essendo al tempo stesso richiesti di rimanere a casa". Lo ha detto riferendosi agli operai della Fiat di Pomigliano d'Arco, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ospite a "L'Economia Prima di Tutto" su Radio1 Rai, lanciando un "accorato appello al dialogo".

"Non è dignitoso, e in questo senso - ha precisato Elsa Fornero- non posso che concordare in maniera piena e totale con quanto espresse il presidente della Repubblica Napolitano", quando nel 2010 scrisse una lettera di sostegno ai 3 operai Fiom della Fiat di Melfi che si trovano nella stessa situazione dei lavoratori di Pomigliano d'Arco: reintegrati, ma non riammessi in fabbrica dall'azienda. "Da qui a prendere delle misure, che per un governo in uscita non sarebbero possibili, ce ne corre; lancio però un appello - ha concluso il ministro del Lavoro ai microfoni di Radio1 - perchè nella contrapposizione si esce sempre tutti perdenti. Il mio è davvero un accorato appello al dialogo e spero che sia raccolto".
(ANSA)


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