mercoledì 18 aprile 2012

Pontina, scontro tra scooter e scuolabus Muore responsabile stranieri Caritas

La vittima era a bordo di una moto 150. Nessuno ferito tra i piccoli. Polemiche sulla sicurezza della strada

 

ROMA - Incidente mortale sulla Pontina. Alle 8.30, al km 12 della consolare, direzione Roma, uno scooter si è scontrato con uno scuolabus con a bordo 23 bambini. La motociclista ha perso la vita: è rimasta con la testa schiacciata. Si tratta di Le Quyen Ngo Dinh, responsabile dell'area immigrazione della Caritas di Roma.

L'incidente. Era residente a Trigoria e viaggiava a bordo di uno scooter 150. Nello scontro è stata coinvolta anche un'auto, che si è fermata dopo l'impatto. A bordo dello scuolabus viaggiavano 23 bimbi rom del campo nomadi di Castel Romano. Sono stati trasferiti su un altro mezzo per giungere a destinazione.

Traffico in tilt. La polizia di Roma capitale è intervenuta per i rilievi e per deviare il traffico su percorsi alternativi vista la congestione della circolazione. La viabilità è tornata alla normalità poco dopo le 12. Giorni fa quaranta auto danneggiate per le voragini che si sono create sulla Pontina a causa delle piogge. Polemiche sulla sicurezza della Pontina dove sabato molti automobilisti hanno vissuto una vera odissea: quaranta auto danneggiate per le voragine create dopo le piogge.  

Il cordoglio della Caritas. «Le Quyen è stata un esempio - ha commentato mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas diocesana di Roma - La sua opera a favore degli ultimi e dei poveri, che per tanti anni ha svolto con entusiasmo e fede, è stata per noi un motivo di crescita umana e professionale. Sapeva coniugare le sue doti umane, l'esperienza che le derivava dall'essere una rifugiata, a una profonda fede in Dio e un radicato rispetto per l'uomo. Con i suoi consigli e il lavoro infaticabile sapeva ricordarci sempre che la nostra opera è per i poveri e gli svantaggiati. Siamo vicini alla sua famiglia e alla comunità parrocchiale di San Gregorio Barbarigo, dove Le Quyen con assiduità partecipava all'Eucarestia domenicale».

Una vita per gli altri.
Nata a Saigon il 26 luglio 1959, Le Quyen Ngo Dinh, era arrivata in Italia con lo status di rifugiata nel 1990. Dal dicembre 1992 al novembre 1996 era stata responsabile del Centro ascolto stranieri della Caritas romana, l'osservatorio più ampio e strutturato sull'immigrazione nell'ambito del volontariato in Italia, con oltre 200mila dossier di cittadini stranieri registrati dal 1981 in rappresentanza di circa 150 Paesi. Nel dicembre 1996 era diventata responsabile dell'Area immigrati della Caritas, con il ruolo di coordinamento e supervisione dei servizi e dei progetti destinati ai cittadini stranieri immigrati, rifugiati e vittime di tratta: centri di ascolto, sportelli informativi, centri di accoglienza per uomini, donne e famiglie, asili nido. Dal luglio del 2000 al dicembre del 2007 era stata anche responsabile del Coordinamento nazionale Asilo della Caritas italiana e del Progetto rifugiati, coordinando le attività in materia di asilo di 46 Caritas diocesane. Membro della Commissione migrazioni di Caritas Europa, di cui era stata anche presidente, dal giugno 2009 era presidente sella sezione italiana dell'Associazione per lo studio del problema mondiale dei rifugiati, organizzazione non governativa a carattere internazionale, con status consultivo presso le Nazioni Unite e il Consiglio d'Europa.

Premiata dall'Italia.
Per gli «eminenti servizi resi all'Italia», su proposta del ministero dell'Interno nel 2008 è stata la prima in Italia a ricevere la cittadinanza italiana con decreto del Presidente della Repubblica. La motivazione: «Eccezionale interesse dello Stato».

Acli.
«Le Acli provinciali di Roma esprimono cordoglio per la morte della responsabile dell'area immigrazione della Caritas di Roma, Le Quyen Ngo Dinh, deceduta in un incidente stradale sulla Pontina» dichiara, in una nota, Cristian Carrara, presidente delle Acli di Roma. «Di Le Quyen ho apprezzato - continua Carrara - la sua grande professionalità e competenza. Perdiamo un amica e un punto di riferimento importante per il sociale. Le Acli sono vicine alla sua famiglia».

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=191189&sez=HOME_ROMA 

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