mercoledì 14 marzo 2012

Francia. Ecco l'archivio delle persone oneste.


La Francia si avvia a “schedare” tutti i suoi cittadini. Il 6 marzo infatti, l’Assemblea nazionale ha dato il via libera definitivo alla proposta di legge n. 682 relativa alla protezione dell’identità. Fortemente voluta dal ministro dell’Interno
Claude Guéant, la normativa stabilisce l’entrata in vigore di una nuova carta d’identità munita dichip elettronico, contenente nome, cognome, sesso, data e luogo di nascita, domicilio, altezza, colore degli occhi, due impronte digitali e fotografia. Un secondo chip, facoltativo, sarà utilizzabile per pratiche amministrative e transazioni commerciali. I dati così raccolti verranno poi archiviati nello “schedario delle persone oneste” (“fichier des gens honnets”), da contrapporre idealmente agli schedari di polizia. Un database centralizzato nel quale incasellare le informazioni di identificazione, tra cui le impronte digitali, di un numero quantificabile tra i 45 e i 60 milioni di francesi.
L’archivio potrà avere esclusivamente finalità amministrative. La polizia potrà accedervi soltanto dopo la richiesta di un giudice per verificare l’avvenuta archiviazione di un’impronta o eventualmente risalire all’identità di un cadavere nei casi, ad esempio, di catastrofi naturali. In questo modo, spiegano i promotori, si potranno prevenire i reati connessi all’usurpazione dell’identità.

 L’obiettivo è  quello di prevenire le infrazioni rese possibili dalle “appropriazioni di identità”. Owni.fr ha pubblicato i dati dell’Osservatorio nazionale sulla delinquenza relativi alle frodi connesse all’utilizzo di documenti falsi. Poco più di 13.000 i reati accertati nel 2010. Di questi, 6.342 riguardano i falsi documenti di identità, categoria che comprende oltre le carte d’identità, visti, titoli di soggiorno, patenti, passaporti. Più nello specifico, la polizia di frontiera ha accertato solo 651 casi di utilizzo fraudolento della carta d’identità.

Che lo schedario possa subire in futuro un allargamento delle finalità per cui è nato non è da escludere. A tale riguardo la storia del Fnaeg è paradigmatica: l’archivio nazionale delleimpronte genetiche era nato per conservare i dna dei colpevoli, o degli indagati per crimini sessuali. Legge dopo legge, l’archiviazione del profilo genetico è stato resa obbligatoria per la quasi totalità dei reati contro cose o persone. Oggi conterrebbe, secondo fonti non ufficiali, le informazioni genetiche di circa 2 milioni di francesi, oltre il 70 per cento dei quali inscritti solo perché indagati. A seconda dei casi, i dati vengono conservati tra i 25 e i 40 anni. 

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