lunedì 12 marzo 2012

Fondazione Rockefeller: tecniche di lavaggio del cervello di massa e di induzione della paura.


Da materiale d’archivio datato a partire dal 1940 in avanti, risulta sempre più evidente come la Fondazione Rockefeller abbia fanaticamente finanziato da decadi la ricerca nelle tecniche di lavaggio del cervello di massa e di induzione della paura.
Con una serie di generose donazioni elargite negli anni ‘40 e ‘50 al professor Carl I. Hovland della Yale University, la Fondazione ha attivamente finanziato la ricerca dei «meccanismi psicologici attraverso i quali la comunicazione esercita la propria influenza». I temi fondamentali della ricerca hanno a che fare con domande del tipo: «Come si confronta lindividuo con la massa di idee in conflitto con la quale è costantemente bombardato», come il «pensiero a proprio uso e consumo» ed il livello emotivo interferiscano sul giudizio; «come il processo valutativo si sposti da una situazione ad unaltra, sono tutti problemi da studiare» così si legge nella relazione annuale per l’anno 1954 della Rockefeller Foundation.

Hovland – a parte il condurre una ricerca sui cambiamenti nei gruppi a livello comportamentale e di orientamento – faceva parte anche dello staff scientifico della Rockefeller Foundation. In aggiunta a ciò, il professore era pesantemente coinvolto in altri rami della dirigenza anglo-americana. Nello studio di Timothy Glander Origini delle comunicazioni di massa. Uno studio condotto durante la guerra fredda americana, l’autore spiega:


«(...) Hovland occupava posti di rilievo in molte delle principali istituzioni professionali nazionali, fra le quali: lAir Force Human Resources Research Institute, la Ford Foundation, la Rockefeller Foundation e lOffice of Chief of Staff of the U.S. Air Force, ed aveva senza dubbio voce in capitolo nel definire la programmazione degli scopi perseguiti da tali organizzazioni».

Già nel 1948 la Fondazione Rockefeller faceva fluire denaro sonante a Hovland ed alla sua squadra. Nel resoconto del 1948, gli autori evidenziano le ragioni che stavano dietro a tali finanziamenti:


«Per il nostro sistema educativo, per quelli che dirigono grandi organizzazioni, e per quelli interessati alle opinioni ed ai comportamenti politici, è di grande importanza la comprensione della comunicazione e dei mutamenti di atteggiamento. È essenziale raggiungere una conoscenza più attendibile del come si possa conseguire una comunicazione efficace nellarea dellorientamento delle opinioni (...)».
 i suddetti contenuti

Nei giorni della Guerra Fredda, la propaganda era così ovvia agli occhi degli occidentali-abituati-alla-libertà, che era più facile identificarla come tale. La Rockefeller Foundation comprese che se si voleva vendere agli americani, nei decenni successivi, la spinta graduale verso un governo globale, il popolo americano aveva bisogno di essere assoggettato a forme di manipolazione più sofisticate. Così ci spiega il resoconto del 1954:

«Benché i film, la televisione ed i fumetti siano ritenuti, con ampio consenso, essere efficaci nel contribuire al crescere della delinquenza giovanile nel nostro Paese, questi – ed altri mezzi di comunicazione di massa – sembrano essere meno efficaci, in questa guerra freddanel promuovere lessere dei bravi cittadini od una positiva ideologia democratica».

«Essere bravi cittadini», una frase che dovrebbe far venire i brividi in ogni singola cellula di qualsiasi persona che ami la libertà.

«(...) Si teme che il sistema di comunicazione di massa sovietico sia enormememnte più abile nel disseminare la propaganda comunista, sia al di là della Cortina di Ferro, che nei Paesi neutrali. Impegnandosi a gettar luce su tale anomalìa ed a promuovere lindividuazione di quei princìpi che governino lefficacia della comunicazione di massa, la Rockefeller Foundation proseguì con il proprio sostegno economico al Communications Research Program della Yale University con un eccezionale contributo di 200.000 dollari».

Nel 1954, 200.000 dollari erano una cifra esorbitante. Questo finanziamento eccezionale non è che solo uno dei molti che la Rockefeller Foundation fece, elargendo enormi somme in contanti agli scienziati sociali perchè raffinassero e perfezionassero l’arte dell’indottrinamento. Uno dei risultati delle loro ricerche fu che la paura – sia indotta che altrimenti generata – mette le persone nella condizione più desiderabile per gli scopi delle elites.

Il sito web changingminds.org fornisce una adeguata panoramica dei risultati del professor Hovland:

«Non occorre causare dolore per creare paura. La corteccia frontale umana ha la funzione primaria di pensare al futuro. Siamo abbastanza abili nellimmaginare quello che potrebbe capitarci e nel vivere delle emozioni anticipatrici. Questa cosa, nellevoluzione, è risultata essere di aiuto, ma può anche generare problemi. Per esempio, una paura anticipata di cose che potrebbero non accadere è di fatto già una causa di stress e potrebbe permettere ad altre persone di convincerci».

Da allora, si è passati dalla fase di studio a quella di concretizzazione. Nella metà degli anni ‘70, la Rockefeller Foundation stava già pagando a piene mani i giornalisti e mettendo su degli imperi dei media. Veniva già predisposto anche il tema del cambiamento climatico quale dimostrazione dei danni che fanno gli uomini quando si intromettono contro la natura. Quale rimedio di tutti i mali veniva già indicato il cibo geneticamente manipolato. Si trattava di mettere in pratica le reazioni su base emotiva come osservate da Hovland. Questo riferisce il giornale della Rockefeller Foundation per l’anno 1974:

«Abbiamo chiesto a molti direttori di riviste scientifiche di partecipare alla riunione della Foundation organizzata sul tema del cambiamento climatico, della produzione di cibo e dei conflitti fra nazioni, della resistenza delle piante ai pesticidi e dellacquacultura. Sulle prime pagine del The New York Times comparvero successivamente molti articoli collegati a tali temi, anche lAssociated Press propose articoli in tema che furono diffusi a livello mondiale. In tutti i casi, i giornalisti furono presentati ai nostri scienziati ed invitati a far loro riferimento quali fonti di notizie. (Di fatto, anche oggi tali onti ufficiali sono contattate dai giornalitsi nelle tematiche di alto interesse quali: produzione alimentare, problemi di sovrappopolazione, temi ambientali e sulle arti)».

In numerose occasioni, ed in differenti pubblicazioni date alla luce nel suo lungo e sordido passato, la Rockefeller Foundation si è vantata apertamente di aver sfruttato per i propri scopi delle figure importanti nel campo dei media. In nessuna di tali circostanze la Rockefeller Foundation ha dichiarato di aver incontrato difficoltà coi magnati dell’informazione. Nella relazione annuale del 1974 viene citato Bill Moyers quale uno dei beneficiari delle informazioni disseminate dalla Foundation.

«Nel preparare la notevole serie in 25 puntate dedicata alla situazione alimentare mondiale, i giornalisti del New York Times sono diventati di casa con molti dei nostri funzionari ed hanno stabilito delle relazioni tuttora fruttuose. Il nostro staff ha fornito delle informazioni basilari ed ha portato avanti i contatti con Bill Moyers nella sua serie televisiva che affrontava i problemi dellinterdipendenza globale. Queste sono solo alcune delle molte e nuove relazioni fruttifere che abbiamo realizzato con i rappresentanti dei mezzi di comunicazione di massa».

La ricerca del professor Hovland è risultata impagabile al fine di vendere alla gente l’idea di un unico governo mondiale. Come tutti possono vedere, ai giorni nostri le tecniche sono impiegate in modo ossessivo (fanatically, ndt). Prendete ad esempio la macchina da guerra guerrafondaia composta dagli anglo-americani: è una macchina da guerra che fa fuoco non appena individua degli obbiettivi geopolitici. Nella seconda parte di questa indagine, analizzeremo in profondità un’altra dimensione degli studi del professor Hovland, dimensione che è al cuore di tutte le comunicazioni di massa: l’influsso dei film e della musica sulla mente subconscia, influsso diretto sia sull’individuo che sulle masse.

Jurriaan Maessen

Fonte >
Infowars.com


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