Elon Musk, espressione di una nuova oligocrazia tecnocratica che vuol mettere le mani sull'intero pianeta: un soggetto molto pericoloso per il futuro destino della democrazia e per ogni più elementare principio di sovranità nazionale, l'ultima manifestazione del riaffacciarsi di ideologie sopraffattrici o totalitarie, nelle loro più diverse forme, un po' ovunque nel mondo.
Un ex presidente americano rieletto non malgrado il fatto che sia dichiaratamente suprematista e razzista, oltreché un pregiudicato (il primo della storia americana fra i presidenti, condannato nel maggio del 2024, per il caso Stormy Daniels, per tutti e 34 i capi d'accusa a suo carico) e un imputato in tre processi ancora in corso, ma proprio perché suprematista e razzista.
La nascita di una coalizione europea di estrema destra voluta da Viktor Orbàn e composta, oltreché dalla Lega di Matteo Salvini, dal Rassemblement National di Marine Le Pen e di Jordan Bardella, dagli spagnoli di Vox di Santiago Abascal, dagli olandesi del Partij voor de Vrijheid di Geert Wilders, dai portoghesi di Chega di André Ventura, dagli austriaci del Freiheitliche Partei Österreichs e da altre formazioni minorl. Il Freiheitliche Partei Österreichs, nelle ultime e recentissime elezioni politiche, ha sfiorato il 30% dei consensi. Il suo leader, Herbert Kickl, razzista e xenofobo, scriveva i discorsi per il defunto Jörg Heider, segretario nazionale dell'FPÖ dal 1986 al 2000, poi espulso (2005).
Quelli appena elencati sono solo alcuni dei segnali del riaffioramento in Europa e nel mondo, nei mille volti di un'onda nera che monta con sempre maggiore virulenza ormai dappertutto, di forme manifeste di neofascismo e neonazismo o di fenomeni assimilabili all'uno o all'altro. Segnali preoccupanti che non risparmiano un'Italia che non ha ancora fatto seriamente i conti col Ventennio, un paese in cui la risposta al (nazi)fascismo, che ha rialzato prepotentemente la testa, impone la scelta di un'azione di resistenza. La resilienza non potrebbe esprimere altrettanto appieno il senso di un'opposizione ferma e militante alle ideologie che incarnano i vari fascismi, tra vecchi e nuovi (o rinnovati), e alla suprema aspirazione di una presidente del Consiglio che, mettendo mano alla Costituzione, vorrebbe sostituire il libero confronto in Parlamento tra i diversi partiti, di ostacolo all'idea di un "monopartito di Stato", con la compressione del ruolo di controllo svolto dai parlamentari nei confronti dell'esecutivo. Ciò per effetto di una riforma costituzionale prossima ventura che punta a un premierato elettivo, che è cosa ben diversa dal presidenzialismo (come quello francese o americano). Nel primo, frutto di una concezione populistica della politica e della cosa pubblica, il capo dell'esecutivo ha in pugno il Parlamento, e non può essere licenziato, in quanto scelto dai cittadini, pena il ritorno alle urne. Nel secondo l'aula parlamentare, nel vigilare sull'azione del Governo, può dimissionare chi lo presiede semplicemente sostituendolo (senza che si renda cioè necessario il ricorso anticipato al voto).
L'alleanza fra Giorgia Meloni ed Elon Musk è il connubio perfetto per lo smantellamento dell'Italia nata dalla Costituzione e fondata sull'antifascismo cui il nostro testo costituzionale è improntato. Altro che pensiero unico: la vera minaccia che incombe sul paese è il partito unico, con la longa manus governativa sulla Rai che fra censure, pesanti pressioni e occupazione di tutti i posti chiave nell'organigramma della televisione di Stato non si lascia intanto mancare nulla. Non siamo di fronte a un semplice spoil system all'americana, il solito cambio di poltrone nel passaggio da un esecutivo all'altro, ma a ben altro. Con l'aggravante dei ripetuti attacchi portati da Giorgia Meloni al giornalismo indipendente o "non organico" in forza dell'idea di un'informazione di regime intesa come portatrice di interessi (stakeholder).
Prepariamoci. Saranno tempi sempre più bui. E le risposte più efficaci al rischio che l'attuale deriva autocratica e neototalitaria evolva verso un nuovo fascismo di Stato sono proprio "resistenza", "Costituzione" e "antifascismo".
Massimo Arcangeli
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