Londra, mercoledì 22 maggio 1963.
Milan e Benfica si affrontano nella maestosa cornice di Wembley per l'ottava edizione della Coppa dei Campioni.
I portoghesi sono i campioni in carica, reduci da due vittorie consecutive dopo l'iniziale dominio del Real Madrid, e ovviamente sono i favoriti.
Il Milan di Rocco si presenta con un'elegante maglia bianca con lo scudetto ben in vista e una formazione che può contare sul carisma di capitan Cesare Maldini, sul talento immenso del giovane Rivera e sui gol di Josè Altafini.
L'inizio del match è di marca lusitana con il solito strepitoso Eusebio, inarrestabile per il povero Benitez, che al minuto 18 porta avanti i suoi.
A quel punto urge un cambio tattico per bloccare l'asso portoghese. Maldini ne vorrebbe parlare con Nereo Rocco ma scopre che ciò è impossibile:
"Occorreva modificare qualcosa nel nostro assetto difensivo ma comunicare con Rocco era impossibile perché a Wembley le panchine erano lontanissime dal campo e due giganteschi poliziotti impedivano al nostro allenatore di muoversi. Io ero il capitano e mi assunsi la responsabilità d’invertire un paio di marcature. Trapattoni andò su Eusébio, che stava facendo ammattire Benítez, e il peruviano fu destinato a occuparsi di José Torres"
La marcatura del Trap inizia a far uscire Eusebio dal match togliendo al Benfica la principale opzione d'attacco.
Il Milan prende coraggio e raggiunge il pareggio con Altafini al minuto 58.
A complicare ulteriormente le cose per i portoghesi arriva l'infortunio di Coluña colpito duro da Pivatelli.
Le sostituzioni non ci sono ancora e la mente del gioco del Benfica resta in campo quasi immobile.
Il Milan a questo punto sente la vittoria a portata di mano e sarà ancora Altafini, dopo una lunga volata solitaria, a battere Costa Pereira per il 2-1 finale che porta il Milan per la prima volta in cima all'Europa.
La prima Coppa dei Campioni del Milan.
La prima Coppa dei Campioni per il calcio italiano.
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