martedì 17 giugno 2014

Sangue sparso. Gli anni di piombo raccontati da destra

sangue sparso-Nuccio Franco – Acca Larentia, Roma, 7 gennaio 1978, quartiere Tuscolano. Cinque ragazzi si trovano davanti ad una sezione missina pronti ad uscire per volantinaggio. All’apparenza una sera come le altre. All’improvviso alcuni uomini armati aprono il fuoco. A terra restano Franco Brigonzetti e Francesco Ciavatta.
Parte da qui il racconto di “Sangue sparso”, film della regista Emma Moriconi, opera prima insignita dal Mibact della qualifica di “film di interesse culturale”, che ricostruisce i cinque anni peggiori della lotta armata in Italia.
Apprezzabile il tentativo di raccontare “da destra” gli anni dal ’78 all’83; un po’ meno la presunzione di volerlo fare “senza le bugie della sinistra” che francamente ci lascia perplessi (ndr) in quanto non è dato sapere quali siano.
L’importante, tuttavia, è la volontà di trasmettere un messaggio positivo secondo il quale “è arrivata l’ora di essere responsabili e di ritrovare l’unità nazionale”.
Se questo sia poi possibile nella pratica che, ancor oggi, vede destra e sinistra arroccati sulle rispettive posizioni che rendono difficile una effettiva riconciliazione, è tutto da dimostrare ma è un augurio da cogliere certamente.
Girato prevalentemente nel quartiere Trieste – Salario dove più feroci furono gli scontri tra la componente fascista e quella di sinistra, il film dimostra come quell’episodio rappresentò un punto di svolta evidenziando il pericolo in quegli anni e per tanti giovani di avvicinarsi all’attività politica.
La voce narrante è quella di un adulto che torna nel suo vecchio quartiere e, in particolare, sul luogo dei fatti, ripercorrendo a ritroso avvenimenti e sensazioni di quel periodo buio, tendendo una mano anche a quelli che furono i nemici di un tempo.
Un film rivolto ai giovani all’insegna della riconciliazione, della pace sociale e come tiene ad evidenziare la regista, della pacificazione reciproca e delrifiuto della violenza come strumento di lotta”.
Insomma l’ideale politico come crescita personale che, se razionalizzata e non portata alle estreme conseguenze, può rappresentare un tesoro assoluto.
Il chiaro messaggio, dunque, è quello che non si può morire ammazzati a venti anni a causa della politica, di un ideale né dall’una, né dall’altra parte e tutto il film è pervaso da un altro messaggio forte e chiaro: quello del perdono.
“L’assunzione di responsabilità rispetto a ciò che è stato, ossia la contrapposizione tra comunismo e fascismo” conclude la Moriconi “ è un atto necessario ai fini di una necessaria quanto difficile riconciliazione nazionale. Ormai sono passati settanta anni ed è arrivato il momento di ritrovare quella unità nazionale attraverso la verità anche sugli anni oscuri del terrorismo, analogamente a quanto successo in altri Paesi”.
Mano tesa dunque che, tuttavia, dubitiamo, verrà raccolta dalle tante famiglie di quei giovani di sinistra – da Valerio Verbano a Giorgiana Masi passando per Fauso e Iaio – caduti per la loro passione politica e delle cui morti, ancora oggi, non sono stati accertati mandanti e colpevoli in via definitiva.
Queste famiglie, finché giustizia non sarà fatta, sono e resteranno visceralmente antifasciste ed ogni anno ricorderanno la memoria dei loro cari al grido di “ora e sempre resistenza”.

http://www.articolotre.com/2014/06/sangue-sparso-gli-anni-di-piombo-raccontati-da-destra/

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