di Stanley Pranin
Traduzione di Luca Idolazzi
Mochizuki a 80 anni
Il 30 Maggio 2003 il mondo dell’Aikido ha perso una delle sue figure più grandi. Minoru Mochizuki fu uno degli studenti di maggior rilievo di Morihei Ueshiba O-sensei e fu egli stesso creatore di un sistema marziale unico e composito, chiamato “Yoseikan Budo”. E’ una figura epica del mondo delle arti marziali e la sua carriera copre un arco di circa 90 anni! Mochizuki ebbe la fortuna di studiare direttamente con Jigoro Kano, fondatore del Judo, il grande decimo dan di Judo Kyuzo Mifune e con Morihei Ueshiba, fondatore dell’Aikido. Egli fu, inoltre, il primo a portare l’Aikido in Occidente, quando nel 1951 viaggiò attraverso la Francia per diffondere il Judo. Mi piacerebbe dare una visione generale della carriera marziale del Maestro Mochizuki e allo stesso tempo dare un contributo con alcuni ricordi personali su questa importante figura.
I primi studi del Judo
Minoru Mochizuki nacque nel 1907 nella città di Shizuoka e iniziò la sua carriera nel mondo del Budo alla tenera età di cinque anni con la pratica del Judo. Da ragazzo la sua pratica eclettica nel Judo era già evidente e il suo allenamento comprendeva anche il kendo e una scuola tradizionale chiamata “Gyokushin Ryu Jujutsu. Nel 1926, a 19 anni, Mochizuki iniziò a praticare al Kodokan, la mecca del Judo, e in meno di due anni fu promosso al grado di sandan, un incredibile traguardo per quei tempi.
Il Maestro Mochizuki racconta una simpatica storia su come avesse attratto l’attenzione del famoso Kyuzo Mifune sensei durante la pratica di un kangeiko (allenamento intensivo invernale). In quel periodo viveva a Tsurumi, che era abbastanza lontano dal Kodokan di Tokyo. Per riuscire a partecipare alle lezioni del mattino doveva partire da casa a mezzanotte circa. Una mattina, fuori dal Kodokan, non riuscendo a trovare il secchio con cui era solito ripulirsi dopo la sua faticosa camminata notturna, saltò nel pozzo e affondò sotto lo strato di ghiaccio che si era formato sulla superficie. Quando il giovane Mochizuki risalì dal pozzo, una mano sconosciuta lo aiutò ad uscire. Era proprio Mifune sensei che osservava incredulo quel ragazzo fradicio e che disse: “Cosa pensavi di fare tuffandoti nell’acqua gelida? Sei pazzo, ti rovinerai la salute in quel modo”. Mifune ordinò a Mochizuki di rimanere nella sua abitazione quella sera. Da quel momento continuò a stare presso il Maestro Mifune in qualità di Uchideshi e così imparò direttamente quanto fosse importante stare accanto al proprio maestro ventiquattro ore al giorno.
Suscitando l’interesse di Jigoro Kano
A dispetto del fatto di essere nel fiore degli anni e con un forte spirito competitivo, Mochizuki sentiva il bisogno di espandere l’orizzonte del suo allenamento. Kano aveva costituito un “Gruppo di ricerca sulle arti marziali classiche” presso il Kodokan e Mochizuki iniziò la pratica del Katori Shinto Ryu. Di lì a poco catturò l’attenzione di Jigoro Kano, che gli disse: “Tu puoi fare molta strada e diventare un buon insegnante…In futuro sarai uno dei migliori insegnanti qui al Kodokan”. Kano chiese a Mochizuki di riferirgli ogni mese i suoi progressi nell’allenamento. Questo portò ad una serie di scambi di opinione nei quali, nell’ottica di un sistema educativo, Kano cercò di stimolare la mente del giovane Mochizuki che, al tempo, era totalmente occupata dall’idea di vincere competizioni. A questo proposito, le idee di Kano riguardo l’autentico scopo del Judo e i rischi nascosti degli sports, avrebbero contribuito in seguito e in modo sostanziale a formare le basi dello Yoseikan Budo di Mochizuki.
Il rapporto tra Judo e Aikido iniziò quando Kano, su invito dell’Ammiraglio Isamu Takeshita, si recò ad una dimostrazione del Jujutsu praticato da Morihei Ueshiba, nell’Ottobre 1930. Molto colpito, il fondatore del Judo inviò due dei suoi migliori studenti -uno di questi era Minoru Mochizuki- a studiare con il Maestro Ueshiba.
L’apprendimento del Daito Ryu con Morihei Ueshiba
Diploma ricevuto da Ueshiba
Mochizuki iniziò a studiare Daito Ryu Aikijujutsu presso Ueshiba, per qualche mese a Mejiro, già prima dell’apertura a Ushigome, nello Shinjuku, del Kobukan Dojo nell’aprile del 1931. All’epoca aveva ventiquattro anni e compiva progressi notevoli grazie alla sua vasta esperienza nel Budo e al suo innato talento. Poco dopo essere entrato al Kobukan, il Maestro Ueshiba gli chiese di supervisionare i suoi uchideshi e di aiutarlo come assistente istruttore. Ueshiba suggerì a Mochizuki anche di sposare sua figlia e divenire così suo figlio adottivo e suo successore. Mochizuki declinò l’offerta e la fatalità volle che si ammalasse di lì a poco di pleurite e tubercolosi polmonare. Fu riportato a Shizuoka per poter essere curato . Dopo tre mesi trascorsi in ospedale, iniziò gradualmente a insegnare in un dojo costruito da suo fratello e da alcuni amici nel centro della città. L’apertura ufficiale del dojo fu nel Novembre del 1931 e vi parteciparono diversi dignitari di Tokyo, tra cui Ueshiba, l’Ammiraglio Takeshita e il generale Makoto Miura.
Anche se Mochizuki aveva trascorso solo pochi mesi allenandosi con Ueshiba a Tokyo prima di ammalarsi, Ueshiba lo visitava regolarmente quando si recava lungo la strada per Kyoto per insegnare nei seminari organizzati dalla Budo Senyokai, sponsorizzata dall’Omoto. Fu in questo periodo che Ueshiba conferì a Mochizuki due pergamene di trasmissione del Daito Ryu. Entrambe sono datate Giugno 1932. Il titolo della prima è “Daito Ryu Aikibujutsu” ed è identica al “Daito Ryu Hiden Mokuroku”, dato da Sokaku Takeda come raggiungimento del primo livello di studio del Daito Ryu. La seconda è intitolata “Hiden Ogi”, la pergamena che certificava il raggiungimento del successivo livello più elevato nella tradizione del Daito Ryu. Entrambe le pergamene portano la firma di “Moritaka Ueshiba, allievo di Sokaku Takeda” e un sigillo su cui si legge “AikiJujutsu”. Questi documenti forniscono un’ulteriore prova sull’importanza del Daito Ryu nella storia dello sviluppo tecnico dell’Aikido.
Forte del suo spirito d’avventura, Mochizuki si trasferì in Mongolia nel 1930, dove trascorse in totale otto anni. Tornò in Giappone al termine della guerra. Là, in quella regione, ebbe modo di osservare lo stile di vita di popolazioni che si basavano sull’agricoltura e sulla caccia. Questa esperienza diede lui modo di comprendere in maniera ancora più approfondita le radici storiche delle arti marziali cinesi. Durante questo suo soggiorno imparò anche il Karate con un Maestro giapponese. Tornato a Shizuoka alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Mochizuki riprese contatto con Morihei Ueshiba, che richiese la sua esperienza per l’assistenza nella direzione dell’Hombu Dojo della Shinjuku Aikikai, ma egli rifiutò per non essere coinvolto in questioni relative all’Organizzazione.
Viaggio in Francia
Mochizuki nel 1951
Mochizuki Sensei fu un pioniere dell’Aikido sotto diversi punti di vista. Fu il primo a portare l’Aikido in occidente, quando viaggiò attraverso la Francia per insegnare il Judo. L’introduzione dell’Aikido in Europa e l’associazione con il Judo derivano direttamente dalle prime attività di Mochizuki. Pose le fondamenta di un sistema che si sarebbe ripetuto per molti Paesi europei e che vedeva le radici dell’Aikido affondare direttamente nella già esistente comunità del Judo. Un ampio numero di praticanti europei di vecchia data erano Judoka che si erano già lasciati alle spalle i loro anni di agonismo e trovavano nelle aggraziate tecniche dell’Aikido un’alternativa perfetta, che permetteva di continuare la pratica marziale attiva e continuativa. Mochizuki trascorse un totale di due anni e mezzo in Francia e i suoi sforzi permisero di porre le basi per lo sviluppo della più grande comunità di Aikidoka al di fuori del Giappone. Si dice che oggi i praticanti di Aikido siano più di 50.000 in Francia!
La nascita dello Yoseikan Budo
Seguendo un progetto in maturazione negli anni successivi alla guerra, Mochizuki formulò gradualmente un sistema marziale proprio e complesso, che includeva elementi di Judo, Jujutsu, Aikido, Karate, Katori Shinto Ryu e altre arti. Questo stile divenne conosciuto come “Yoseikan Budo”. Tale progetto portava l’evidente impronta delle filosofie di Jigoro Kano e Morihei Ueshiba, gli insegnanti per cui egli provava profondo rispetto. Kano, che pensava in modo razionale e Morihei Ueshiba, che aveva una notevole spiritualità, nel loro modo di insegnare avevano trasmesso a Mochizuki la futilità di pensare unicamente al concetto di vittoria e di come il vero scopo del Budo risiedesse nello sviluppo del carattere dell’individuo.
Mochizuki si mantenne periodicamente in contatto con il fondatore dell’Aikido fino alla sua morte nel 1969, anche se rimase sempre indipendente dall’Aikido Hombu Dojo. Continuò a viaggiare all’estero, ponendo basi stabili in Francia, Australia, Taiwan e Canada. Continuò ad insegnare lo Yoseikan Budo nel suo dojo di Shizuoka e a scrivere libri e articoli su diversi aspetti relativi alle arti marziali.
Mochizuki trascorse gli ultimi anni della sua vita nel sud della Francia con suo figlio Hiroo. La sede principale dello Yoseikan Budo venne trasferita anch’essa in Francia. Il figlio divenne il successore ufficiale, anche se il suo approccio si differenziava notevolmente da quello del padre e comprendeva anche un sistema di competizione. Mochizuki Sensei morì serenamente a 95 anni nel Paese che fu il trampolino di lancio per lo sviluppo internazionale dell’Aikido.
Alcuni ricordi personali
Mentre viene intervistato nel 1986
Mochizuki Sensei aveva circa 75 anni quando lo incontrai per la prima volta a Shizuoka nel 1982. Anche se la sua pratica non era più energica come qualche anno prima, saliva sul tatami tutti i giorni e discuteva con gli studenti, seguendoli nei loro allenamenti. Aveva una memoria estremamente vivida e non faceva fatica a ricordare chiaramente le sue prime esperienze, quando era ragazzo, nello studio delle arti marziali, il suo allenamento nel Judo e nel Daito Ryu, precursore dell’Aikido, sotto la guida di Morihei Ueshiba. La casa del Maestro Mochizuki era al piano superiore rispetto al dojo e lo si vedeva salire e scendere le scale tutto il giorno con il pensiero costantemente rivolto all’allenamento e alla ricerca. Sembrava non ci fosse alcuna differenza tra la sua vita personale e la pratica delle arti marziali.
Mochizuki Sensei aveva un’impressionante collezione di vecchie foto, in particolar modo degli anni in cui praticava Aikido e Judo. Abbiamo ricevuto il permesso di fare copia di questa collezione e alcune di queste rare immagini sono state inserite in questo articolo.
La partecipazione alla seconda Aikido Friendship Demonstration
Alla Friendship Demonstration nel 1986
Forse l’evento più memorabile per la nostra associazione con Mochizuki Sensei si verificò nel 1986 quando ci onorò della sua partecipazione alla Seconda “Aikido Friendship Demonstration” a Tokyo. Diresse una lettura-dimostrazione insieme ad un gruppo dei suoi migliori studenti dello Yoseikan Hombu. In particolare la dimostrazione dei sutemi che eseguirono generò un’impressione molto positiva negli spettatori. Nessuno di loro aveva mai visto tali geniali tecniche prima di allora. Mochizuki Sensei era riuscito a combinare, senza creare fratture, le tecniche di sacrificio del Gyokushin Ryu Jujutsu con i taisabaki dell’Aikido. Diverse migliaia di persone conobbero per la prima volta attraverso questa dimostrazione lo Yoseikan Budo e tramite la distribuzione internazionale del filmato girato per l’occasione.
Arti marziali ed etica
Mochizuki sensei fu un uomo profondo e un intellettuale. Non era semplicemente un artista marziale abile e che a aveva ricevuto un addestramento trasversale in molte discipline, ma un pensatore che poneva attenzione alle implicazioni morali e sociali dello studio delle arti marziali.
Le sue idee circa i meriti delle arti marziali, confrontate con gli sports, erano radicate profondamente nel suo pensiero. Questa è una citazione tratta dalla prima intervista che facemmo il 22 Novembre 1982:
Se l’Aikido o il Judo diventassero parte del mondo degli sports, sicuramente verrebbero distorti da quella serie di gare che comprendono vincitori e vinti, di forti e di deboli. Il loro valore come educazione dello spirito e dello sviluppo del carattere verrebbero persi…[negli sports] è prevista la possibilità di eliminare il tuo avversario in modo da risultare l’unico vincitore. Questo è lo spirito degli sports e non cambierà mai. I tempi passano e oggi si sente la gente domandare se saranno gli Stati Uniti o piuttosto i Sovietici a vincere. Questo modo di parlare non può fare altro che portare all’estinzione della razza umana! La mentalità della competizione porterà il mondo alla sua fine poichè non è insita in essa l’idea di autoconservazione e di mutuo aiuto.
Parlando sempre dell’influenza degli sports sul giovane, lui fece questa perspicace osservazione:
Una situazione che porta alla delinquenza si osserva quando un ragazzo lascia il suo gruppo di amici e la pratica dello sport. Gli allenatori sono interessati solamente ad allenare atleti nell’ottica del vincere o del perdere. Non pongono attenzione a quelli che abbandonano, poichè il loro unico interesse è la vittoria. Nello sport non c’è posto per chi è più debole e meno competitivo.Personalmente mi piacerebbe vedere diversi sports trasformati in arti marziali, in modo tale che essi diventassero maggiormente orientati nello sviluppo dello spirito e nel prevenire un brutto carattere. Dovrebbero essere rivolti a formare giovani che non siano in contrasto con i propri genitori, che vadano d’accordo con i loro fratelli e che abbiano un buon rapporto tra marito e moglie.
Mochizuki e Ueshiba nel 1950
Un altro esempio di quale fosse il pericolo del vedere tutto nell’ottica del vincere o del perdere mette in evidenza quanto Mochizuki fosse stato profondamente influenzato dalle idee di Morihei Ueshiba. Al suo ritorno dall’Europa, Mochizuki riferì a Ueshiba di come, mentre insegnava in Francia, aveva dovuto dimostrare la sua abilità ad altri praticanti di arti marziali, quali il Judo e il Kendo, che volevano dimostrare di essere i migliori. Egli, inoltre, asserì che, se l’Aikido doveva diffondersi internazionalmente, avrebbe dovuto avere una base tecnica più ampia. Mochizuki riferì questo e Ueshiba replico secco:
“Tutto il tuo modo di pensare è un errore! Ovviamente è sbagliato essere deboli, ma non è tutto. Ti rendi conto che non siamo più nell’epoca in cui l’ottica era vincere o perdere? Ora è l’epoca dell’armonia, non riesci a vederlo?”. Mi disse questo guardandomi dritto negli occhi.Allora non ero ancora in grado di comprendere, ma lentamente e con il trascorrere del tempo tutto mi fu più chiaro. Questo perchè oggi percepisco ciò che faccio… Abbiamo visto la situazione mondiale evolversi gradualmente attraverso una guerra che dicono abbia ridotto allora la popolazione mondiale ad un terzo del suo numero attuale. In tale situazione come possiamo ancora parlare di vincere o perdere? Questo è quello che sento con sincerità dai più lontani recessi del mio cuore ed è il motivo per cui ho deciso di diffondere con convinzione il Budo nel mondo. Credo davvero tantissimo che ci siano parole che oggi possano veicolare al mondo le idee e il pensiero di Ueshiba Sensei, ma è altrettanto necessario avere delle tecniche che possano insegnare le medesime cose. E’ di vitale importanza l’essere capaci di esprimere questo a parole e di dimostrarlo con i fatti.
Questo riassume le basi teoriche dello Yoseikna Budo e il credo di Mochizuki Sensei durante l’ultima parte della sua vita. E’ stato un onore poter parlare con questo genio delle arti marziali e perfetto gentiluomo.
Anche se il tempo separerà noi dal fondatore dell’Aikido, Morihei Ueshiba, e dai suoi maggior studenti che guidarono la diffusione dell’Aikido nel mondo, il nome di Minoru Mochizuki occuperà sempre un posto speciale. Il suo genio risiede nel profondo e nell’interiorizzazione delle sue capacità marziali e nella sua abilità di articolare in termini comprensibili dall’uomo moderno l’essenza dei principi dell’Aikido.
Patrick Augé
Il maggior esponente dello Yoseikan Budo che risiede in Nord America è Patrick Augè, settimo Dan. Il suo sito web sullo Yoseikan Budocontiene moltissime informazioni su questa arte e su Mochizuki Sensei.
Nessun commento:
Posta un commento