mercoledì 18 settembre 2013

Infezioni alimentari amano i bambini

Più colpiti fino a 4 anni; attenzione a latte e uova


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Non sono molto frequenti ma quando colpiscono hanno come 'obiettivi preferiti' proprio i bambini, specie tra 1 e 4 anni. Le infezioni dovute agli alimenti e all'acqua, spiega l'European Center for Disease Control (Ecdc) nell'ultimo rapporto sul tema, sono una questione prevalentemente infantile, evitabile con pochi accorgimenti.

Il rapporto ha esaminato i sei agenti patogeni più comuni nel continente, dalla salmonella al meno famoso campylobacter, analizzando i rapporti sulle infezioni tra il 2006 e il 2009, e trovando in alcuni casi un aumento e in altri un calo nelle segnalazioni. Minimo comun denominatore è però la fascia di età più colpita, quella tra uno e quattro anni. ''Uno degli alimenti più a rischio, soprattutto per la Salmonella, è l'uovo per una serie di fattori'' spiega Andrea Vania, responsabile del Centro di Dietologia e Nutrizione Pediatrica della Sapienza Università di Roma. Innanzitutto è un ottimo terreno di coltura per i batteri. Inoltre la pratica di cercare le uova 'del contadino', di per sè non negativa, espone a una serie di comportamenti sbagliati. Le uova non di produzione industriale infatti sono frequentemente sporche all'esterno, e quando si lavano - cosa che i familiari spesso fanno, pensando di far bene - diventano permeabili, lasciando passare i batteri, quindi sarebbe meglio pulirle senza impiegare l'acqua. Tutti i prodotti a base di uovo inoltre devono essere conservati rispettando la catena del freddo, proprio per la facilità di contaminazione''.

Nel periodo considerato dal rapporto sono cresciute del 13% le infezioni da Campylobacter, la proncipale fonte di infezione gastrintestinale del continente, di cui sono stati registrati 200mila casi nel 2009, e di Escherichia Coli, con 3mila700 casi e un aumento del 9%. In calo invece sono le infezioni da Salmonella (105mila casi con un calo del 33%), le shigellosi e le yersiniosi, con numeri molto più bassi, mentre le listeriosi sono stabili, con poco più di mille casi.

''Un altro veicolo comune di infezioni è il latte, proprio l'alimento più comune in questa fascia d'età - aggiunge Vania -.

Anche in questo caso il rispetto delle modalità di conservazione indicate è il modo più comune per evitare problemi. Inoltre raccomandiamo di usare per i bambini più piccoli il latte in formula in forma liquida, e non quello in polvere, che è più suscettibile di contaminazioni''.

Fra i diversi tipi di 'dieta' che il bambino può seguire per il divezzamento, sottolinea l'esperto, non ce n'è uno più o meno a rischio degli altri. ''Ci sono molti modi per divezzare il bambino, diversi dei quali sono validi, anche se recentemente si stanno affermando delle mode sbagliate dal punto di vista nutrizionale - afferma Vania -. Gli errori che mettono a rischio di infezione alimentare i bambini non riguardano tanto 'cosa' si prepara ma 'come'. E' importante seguire le norme basilari di igiene, che non vuol dire sterilizzare tutto, una pratica inutile che è anzi dannosa per il bambino, ma rispettare alcune regole, la più semplice delle quali ma anche la più importante è lavarsi bene e spesso le mani. Gli alimenti inoltre vanno conservati accuratamente, e bisogna evitare se possibile di preparare i cibi con largo anticipo, per impedire la proliferazione dei germi''. 

(ANSA)

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