Il dubbio.
Il malessere di fondo, la ricerca del lavoro, il silenzio frustrante ai richiami dei datori di lavoro, la competizione tra precari, i "Kapò" tra proletari e sottoproletari, i senza fissa dimora che si riparano negli ospedali (fino a quando rimarranno pubblici), le galere sovraffollate , i suicidi, chi muore un poco alla volta. Insomma il solito tran tran.
Ma poi c'è questo grande social network sempre più spazzatura dove, tra le solite immaginette e frasette copia incollate dai vari "Fabio Volo del giornalismo", si evocano le "rivoluzioni". A parte che non ci sarà un bel nulla, ma se per qualche disgraziato motivo dovesse esserci qualcosa, un tumulto , una sommossa popolare, sappiate che non l'appoggerò mai. Ed io dovrei partecipare con voi che vi emozionate quando si parla di "Tribunali" "Manette" e "Ghigliottine"? Che razza di società vi auspicate finti anti fascisti che abboccate al primo capo popolo che vi riassicura e vi fa da "padre"? Alla vostra idea di società (illibertaria e reazionaria) , preferisco quella attuale. Almeno ancora ho la possibilità di scrivere e dire la mia. E di seminare i dubbi, non le certezze. Solo con quel bellissimo simbolo universale che è il punto interrogativo, l'unico "dogma" utile, l'unica "divinità discreta" , possiamo permetterci di aprire la nostra "ragione" alla conoscenza e alla volontà di costruire un'alternativa.
Magari libertaria per davvero.
PS firmai i referendum radicali, e anche dopo Berlusconi (che li ha firmati tutti), se potessi, li firmerei nuovamente.
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