Da acque reflue energia per le case
Presentati a Chem-Med risultati progetto Warm Flow
Da acque reflue fino al 25% di energia per le case
MILANO - Con le acque reflue provenienti dai nostri rubinetti, sanitari ed elettrodomestici, vengono inutilmente dispersi negli scarichi fognari o in pozzi a perdere circa 25-30 kWh/anno di energia primaria. Tramite un adeguato trattamento di queste acque sarebbe invece possibile il recupero di circa il 20-25% del fabbisogno energetico complessivo annuo degli edifici. È quanto emerso nell'ambito di un convegno organizzato a Chem-Med, The Mediterranean Chemical Event, in programma a fieramilanocity fino al 26 settembre.
Il convegno è stata un'occasione per presentare i risultati della ricerca a conclusione del Progetto Warm Flow, nato due anni fa grazie a NewTec, che ha visto il coinvolgimento di diverse società quali Somac, Artenergy Publishing, Energia+ e il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università degli Studi Perugia. Al progetto, che può contare sul contributo del Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sono stati destinati circa 300.000 euro al fine di sviluppare nell'arco di due anni un sistema sperimentale innovativo di recupero dell'energia termica contenuta nelle acque reflue di scarico degli edifici caratterizzati da elevato indice di affollamento.
(ANSA)
MILANO - Con le acque reflue provenienti dai nostri rubinetti, sanitari ed elettrodomestici, vengono inutilmente dispersi negli scarichi fognari o in pozzi a perdere circa 25-30 kWh/anno di energia primaria. Tramite un adeguato trattamento di queste acque sarebbe invece possibile il recupero di circa il 20-25% del fabbisogno energetico complessivo annuo degli edifici. È quanto emerso nell'ambito di un convegno organizzato a Chem-Med, The Mediterranean Chemical Event, in programma a fieramilanocity fino al 26 settembre.
Il convegno è stata un'occasione per presentare i risultati della ricerca a conclusione del Progetto Warm Flow, nato due anni fa grazie a NewTec, che ha visto il coinvolgimento di diverse società quali Somac, Artenergy Publishing, Energia+ e il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università degli Studi Perugia. Al progetto, che può contare sul contributo del Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sono stati destinati circa 300.000 euro al fine di sviluppare nell'arco di due anni un sistema sperimentale innovativo di recupero dell'energia termica contenuta nelle acque reflue di scarico degli edifici caratterizzati da elevato indice di affollamento.
(ANSA)
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