lunedì 8 luglio 2013

Oliver Sacks a 80 anni, la gioia della vecchiaia


Neurologo su Nyt: 'Si apre epoca nuova liberta''


 Nella foto tratta dal web il 7 luglio 2013 il neurologo e scrittore Oliver Sacks

di Alessandra Baldini
Confessioni di un ottuagenario: ovvero, "la gioia della vecchiaia". Il neurologo di 'Risvegli' Oliver Sacks proclama che il suo ottantesimo compleanno alle porte segna l'inizio di una nuova era: "Non penso alla vecchiaia come a un epoca più triste da sopportare ma un tempo di piacere e libertà: libertà dalle fastidiose urgenze di giorni precedenti, libertà di esplorare i miei desideri e di legare assieme pensieri e sentimenti di una vita".
L'autore di 'L'uomo che scambiò la moglie per un cappellò (fu il suo primo bestseller) e da ultimo 'Allucinazioni' compirà i fatidici ottanta dopodomani. Il suo 'Elogio della Vecchiaia (Non sto scherzando)' appare oggi sulla pagina delle opinioni del New York Times. "Ottanta! Non riesco a crederci", scrive Sacks: "Spesso mi sembra che la vita sia appena cominciata e subito mi accorgo che sta per finire". Non è per giovanilismo che il neurologo si sente giovane, ma perché è cresciuto così fin da ragazzo: sua madre era sedicesima di 18 figli, lui l'ultimo di quattro. "Sono sempre stato il più giovane nella mia classe al liceo e questa sensazione, di essere il più giovane, mi è rimasta anche se adesso sono quasi la persona più vecchia tra le mie conoscenze". La realtà è che, a dispetto di una serie disparata di problemi medici e chirurgici che includono un cancro superato, gravi problemi di vista e alle ossa, Sacks è "felice di essere vivo".
Felice "di aver provato tante cose - alcune meravigliose, altre orribili - di aver saputo scrivere decine di libri e di aver ricevuto innumerevoli lettere da amici, colleghi e lettori. Di aver goduto quella che Nathaniel Hawthorne aveva definito 'una comunione col mondo'". Rimpianti pochi: "Aver perso tanto tempo. Essere ancora terribilmente timido come ero a 20 anni. Non parlare altro che la mia lingua madre. Non aver viaggiato e conosciuto altre culture come avrei voluto". Ma il bilancio è quello di una vita ben vissuta e pronta a ad essere vissuta ancora per anni: "Spero di completare la mia vita", scrive il neurologo. E che alcuni dei suoi libri "continuino a parlare ancora" dopo la sua morte. Di qui la bellezza degli 80 anni: "Uno può ancora guardare lontano e avere un vivido, vissuto senso della storia impossibile quando si è più giovani. Posso immaginare, sentire nelle mie ossa, il significato di un secolo. Non avrei mai potuto farlo a 40 o 60 anni"
(ANSA)

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