La legge anti-MoVimento 5 Stelle del Partito Democratico
di Redazione - La propongono Zanda e Finocchiaro
Testo: agenzia di stampa DIRE
Potranno partecipare alle competizioni elettorali soltanto le associazioni riconosciute con personalita’ giuridica e con uno statuto pubblicato in Gazzetta ufficiale. E’ quanto prevede un disegno di legge del Pd, primi firmatari Anna Finocchiaro e Luigi Zanda, per l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione in materia di democrazia interna e trasparenza dei partiti politici, presentato in Senato e gia’ assegnato alla commissione Affari costituzionali.
NIENTE MOVIMENTO, SIAMO ITALIANI – In pratica, per i Movimenti come quello di Beppe Grillo, che per defizione non hanno personalita’ giuridica e non sono normati, scatterebbe un divieto alla corsa elettorale. La proposta consta di nove articoli. All’articolo 2 (‘Natura giuridica dei partiti politici’) si stabilisce che “I partiti politici sono associazioni riconosciute dotate di personalita’ giuridica, ai sensi dell’articolo 1 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 febbraio 2000, n. 361″, ossia quello che ha istituito, presso le prefetture, il registro delle persone giuridiche per le associazioni, le fondazioni e le altre istituzioni di carattere privato. All’articolo 6 (‘Partecipazione alle competizioni elettorali e accesso al finanziamento pubblico’) si stabilisce quindi che “l’acquisizione della personalita’ giuridica e la pubblicazione dello statuto nella Gazzetta Ufficiale costituiscono condizione per poter partecipare alle competizioni elettorali”.
LA NON-ASSOCIAZIONE – Queste norme, se approvate, creerebbero non pochi problemi al Movimento 5 stelle che all’articolo 1 del suo Non-Statuto si definisce una “non Associazione” con una sede virtuale che coincide con l’indirizzo web del blog di Grillo. Il comico genovese tra l’altro e’ l’unico titolare dei diritti d’uso del simbolo M5S: con le nuove disposizioni si darebbe potere di decisione anche agli altri ‘soci’. Nella relazione del ddl si legge che le nuove norme per l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione non impediranno “a una semplice associazione o movimento di fare politica, ma il mancato acquisto della personalita’ giuridica precludera’ l’accesso al finanziamento pubblico e la partecipazione alle competizioni elettorali”.
IL DDL DELLA DISCORDIA – Proprio nei giorni in cui il leader dei 5 stelle attacca a muso duro il Pd (invitando anche gli iscritti al Partito democratico a stracciare le tessere e andare dentro al ‘Movimento dei cittadini’, pronosticando elezioni ad ottobre dove gli unici sfidanti saranno il suo Movimento e il Pdl), potrebbe dunque arrivare una bella grana proprio dal ddl pensato in Largo del Nazareno, depositato in Senato a firma Finocchiaro, di cui gia’ si era iniziato a discutere in commissione alla Camera nella scorsa legislatura con una proposta a firma dell’allora segretario Pier Luigi Bersani. Nel marzo 2012 infatti il tema dell’attuazione della democrazia interna ai partiti si era proposto prepotentemente dopo l’espoldere dei casi Lusi (ex tesoriere della Margherita) e Belsito (ex tesoriere della Lega) dopo i quali emersero altri episodi di corruzione. La commissione Affari costituzionali della Camera, dopo l’approvazione delle norme sul dimezzamento dei rimborsi elettorali ai partiti, inizio’ l’esame di varie proposte di legge sul tema della riforma della vita interna delle associazioni politiche che pero’ si e’ interrotto con il termine della legislatura.
I RIMBORSI - Il ddl Finocchiaro, stabilisce anche che “accedono ai rimborsi delle spese per le consultazioni elettorali e a qualsiasi ulteriore eventuale forma di finanziamento pubblico esclusivamente i partiti politici che rispettano i requisiti di democrazia interna e di trasparenza di cui alla presente legge e che hanno ottenuto l’elezione sotto il proprio simbolo di almeno un rappresentante nelle relative consultazioni”. Quest’ultimo punto pero’ non riguarderebbe il Movimento 5 stelle che gia’ non incassa il denaro destinato ai partiti (ma prende i fondi per i gruppi parlamentari elargiti da Camera e Senato). Il testo e’ stato sottoscritto anche dai senatori del gruppo Pd Nicola Latorre, Felice Casson, Carlo Pegorer, Rita Ghedini. E’ stato presentato il 22 marzo scorso e assegnato alla commissione Affari costituzionali il 9 maggio. Gli statuti dei partiti politici, prevede il testo, dovranno indicare gli organismi dirigenti, le loro competenze, le modalita’ della loro elezione e la durata degli incarichi, gli organi di garanzia. E ancora, le procedure richieste per l’approvazione degli atti che impegnano il partito e in che modo sono assunte le decisioni che ne caratterizzano la vita: alleanze elettorali, scelta di uno schieramento e cosi’ via. Dovranno anche contenere un codice etico per gli iscritti.
L’ANAGRAFE DEGLI ISCRITTI – Devono inoltre essere regolate le procedure di iscrizione al partito e viene istituita un’Anagrafe degli iscritti la cui consultazione deve essere sempre nella disponibilita’ di ogni iscritto; il diniego dell’iscrizione deve essere motivato e contro di esso e’ ammesso il ricorso agli organi di garanzia. Occorrerebbe infine dotarsi di un tesoriere e di un comitato di tesoreria e procedere alla nomina di un collegio sindacale composto da revisori dei conti. Una societa’ di revisione esterna iscritta nell’albo speciale tenuto dalla Consob verifica la regolare tenuta dei conti e del bilancio. Il ddl Finocchiaro disciplina e promuove anche le elezioni primarie prevedendo che si svolgano per tutte le candidature alle cariche apicali, di governo (sindaco, presidente di regione, candidato a premier) e per la scelta dei candidati alle assemblee rappresentative quando il sistema elettorale prevede la loro elezione in collegi uninominali con formula maggioritaria.
LE INCOMPATIBILITA’ – Ci sono poi norme sull’incompatibilita’ in particolare tra cariche in organi di vertice del partito e incarichi o nomine in pubbliche amministrazioni e a livello stituzionale, sulla trasparenza degli interessi personali dei titolari di cariche di governo o elettive, sull’anagrafe patrimoniale degli eletti. Quanto alle disposizioni per la pubblicazione dello Statuto si prevede che esso, e le eventuali modificazioni apportate allo stesso, devono essere pubblicati nella Gazzetta Ufficiale, entro un mese, rispettivamente, dalla data di iscrizione del partito nel registro delle persone giuridiche, ovvero dalla data di approvazione delle modificazioni allo statuto.
LO STATUTO – La pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dello statuto e delle eventuali modificazioni apportate allo stesso e’ condizione per accedere ai rimborsi delle spese per le consultazioni elettorali e referendarie nonche’ alle agevolazioni di cui alla legge 3 giugno 1999, n. 157, ivi compresi contributi pubblici concessi alle imprese editrici di quotidiani e periodici anche telematici o imprese radiofoniche che risultano essere organi di partito, previsti dalla legislazione vigente in materia. Otre al ddl Finocchiaro anche alla Camera il Pd ha depositato nei giorni scorsi due proposte di legge per ‘Disposizioni per l’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione in materia di democrazia interna dei partiti’: uno a firma di Gero Grassi e uno di Giorgio Pagliari. C’e’ poi un quarto testo del deputato del gruppo Misto Marco Di Lello (Misto). (DIRE)
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