“Il Pd ha ancora bisogno di Prodi”
I renziani lanciano petizione di scuse
quando 101 parlamentari decisero
di non votarlo:«Gesto di solidarietà verso un uomo che ha contribuito
a fare la storia dei democratici»
di non votarlo:«Gesto di solidarietà verso un uomo che ha contribuito
a fare la storia dei democratici»
«Chiediamo scusa a Prodi, a nome e per conto degli anonimi che lo hanno pubblicamente umiliato». È passato un mese da quando Romano Prodi non ha avuto il voto di 101 grandi elettori del Pd per la presidenza della Repubblica ed Eugenio Comincini, coordinatore dei “Comitati Renzi” di Milano e provincia nonché sindaco di Cernusco sul Naviglio, ha deciso di mettere on line una petizione per chiedere scusa a Romano Prodi e convincerlo a non abbandonare il partito.
Niente di concordato con Renzi, «è assolutamente una nostra iniziativa» per riparare al torto fatto a un politico che «può certamente essere definito il più grande statista italiano degli ultimi vent’anni ed uno dei più grandi della storia repubblicana». «Renzi l’ho avvertito oggi - spiega Comincini - non so se l’abbia firmata ma lui non c’entra. Ci è sembrato giusto esprimere la nostra preoccupazione di fronte all’ipotesi che Prodi possa staccarsi dal partito». Perché non chiedere scusa anche a Marini? «La storia di Prodi è intimamente legata alla genesi stessa del Pd - risponde Comincini - non si può non considerarlo come il padre fondatore Pd, l’unico che ha sconfitto per due volte Berlusconi, e quindi non si può omologare il ruolo di Romano Prodi non solo con quello di Franco Marini ma con moltissimi altri dirigenti del Pd».
La vicenda dei 101 franchi tiratori è «una ferita aperta nel Pd che ha ancora conseguenze nelle relazioni del partito stesso», spiega il 40enne Comincini, al suo secondo mandato come sindaco di Cernusco eletto con il Pd dopo un passato nella Margherita. Dalla campagna delle primarie del centrosinistra, coordina i “Comitati Renzi” di Milano e provincia ed è pronto a mettere «non una ma due mani sul fuoco» sul fatto che non ci siano renziani tra i ’’101 traditori di Prodi’’.
Adesso «noi dei Comitati Renzi dobbiamo darci una struttura adeguata, siamo sempre in pista e dobbiamo dare il nostro contributo, guardando più a iniziative come Openpd piuttosto che a Occupypd: non possiamo limitarci a occupare spazi e chiuderci in un fortino - conclude - dobbiamo aprirci e ascoltare una base composta non solo dagli iscritti del Pd ma da tutti coloro che si sono avvicinati a noi e ci hanno votato».
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