martedì 19 marzo 2013

Tecnologia e crisi economica, il crimine corre sul web



CRIMINE WEBQuanto è bello internet! Lo sa bene l’Europol, l’agenzia di contrasto dell’Unione europea preposta allo scambio e all’analisi di intelligence in ambito criminale che  ha recentemente contato ben 3600 organizzazioni criminali, molte di queste operanti e molto operative sul web. La diffusione della rete e i progressi tecnologici hanno causato profondi cambiamenti delle organizzazioni e delle attività criminali consentendo di colpire contemporaneamente ampi numeri di vittime, portando avanti diversi tipi di crimini in breve tempo con proporzioni mai viste prima. Produzione di droghe sintetiche, riciclaggio di danaro sporco, tratta di esseri umani: il computer diventa un veicolo di informazioni sottotraccia e crea una invisibile ragnatela difficile da districare.
L’ organizzazione europea della sicurezza mette in guardia da una nuova generazione di gruppi di criminalità organizzata che sta emergendo in Europa, in grado di operare in diversi paesi e settori. Il traffico internazionale di droga resta di gran lunga la principale attività ma la crisi economica ha generato nuove tipologie di reati: dalle contraffazioni alimentari a quelle delle materie prime e di prodotti per la salute, dal traffico illegale di certificati di qualità e produzione di beni che violano le normative sulla sanità agli schemi internazionali per evadere l’Iva, causa della perdita di miliardi di euro in mancate entrate fiscali per gli Stati membri. E’ dunque la lotta alla criminalità organizzata la garanzia per offrire alla UE la capacità di una effettiva ripresa economica.
Dalle novità ai metodi tradizionali, il borsino della malavita è sempre attivo: il furto nella abitazioni e il borseggio rimangono un classico nel vasto repertorio della criminalità e i dati diffusi dal rapporto ‘ Bes 2013′ di Istat e Cnel, con un trend in crescita dal 2006, con amarezza, lo confermano. Diminuiscono invece le rapine, i furti d’auto e gli scippi. Ma oltre ai reati registrati, è la percezione del senso di insicurezza ad avere valori più alti. Non vi è una diretta relazione tra ciò che si prova emotivamente e ciò che in realtà viene denunciato alle forze di polizia. Il fenomeno non deriva necessariamente dal livello di diffusione della criminalità, ma anche dal degrado del contesto in cui si vive. Le donne sono particolarmente impaurite dal rischio di subire una violenza sessuale, timore che accomuna oltre il 52% del loro genere, sette punti in più dal 2002. Quella subita al femminile è una violenza ampia, in gran parte sommersa e si esprime sotto varie forme: da quella fisica a quella sessuale e psicologica, dentro e fuori la famiglia. E mentre gli omicidi sugli uomini diminuiscono, il femminicidio aumenta. Ma, aldilà della semplice percezione, è una concreta realtà quella che allarma il segretario dell’ Associazione nazionale funzionari di polizia, Enzo Letizia, che con una lettera indirizzata la scorsa settimana a Bersani, Berlusconi, Monti e Grillo, richiama l’attenzione sulla necessità di un’azione di forte contrasto alla criminalità e la promozione della legalità come pre-condizione necessaria per aumentare la competitività e sostenere la crescita del Paese. La sicurezza, anche per Letizia come per l’Europol rappresenta un investimento per riscattare la pressione esercitata da una crisi che è economica ma anche politica e morale. Il bisogno è di attivarsi per una profonda rinascita civile con un piano di ricostruzione morale attraverso il coinvolgimento delle istituzioni, delle forze politiche, delle rappresentanze sociali e dei cittadini. Serve un “New Deal” – secondo Letizia – che rimetta in moto l’ economia reale, la produttività, la competitività del Paese e la salvaguardia del suo ambiente, a cui deve corrispondere un “Piano Marshall” per la riedificazione dei suoi capisaldi morali, per la valorizzazione delle sue qualità e dei suoi talenti, per il riconoscimento di quel patrimonio etico e culturale che è alla base della nostra storia e della nostra democrazia.
Lavinia Macchiarini

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