'Macchina del fango', i comunicatori Messora e Martinelli in silenzio stampa
Beppe Grillo
Si è conclusa dopo circa tre ore la riunione congiunta di tutti i parlamentari del Movimento 5 Stelle convocata a Montecitorio. Si è parlato, secondo quanto si apprende, del tema delle cariche nell'ufficio di presidenza (a partire da quella di questore, che il M5S rivendica), ma anche di quanto avvenuto al Senato con il voto di alcuni per Pietro Grasso, contro la linea del gruppo. Niente diretta streaming dell'incontro e all'uscita bocche assolutamente cucite. Nessuno svela i contenuti della discussione: ai giornalisti i più negano che si sia parlato dei 'dissidenti'. Il capogruppo al Senato Vito Crimi rende noto che non sono previste conferenze stampa o video sulla riunione. "Abbiamo parlato di tante cose", si limita a dire. "Stiamo cercando di darci una linea politica, ma in questi giorni siamo alle prese con il gossip", aggiunge Crimi. Ma a Montecitorio qualcuno ammette che il tema del voto per Grasso dei 'dissidenti' è stato toccato. Se ne parla anche in alcuni capannelli di parlamentari 'grillini'. E c'é chi cita le parole di Beppe Grillo per spiegare l'accaduto ai colleghi: "Si trattava di decidere tra la peste bubbonica e un forte raffreddore".
GRILLO STASERA A ROMA, DOPO NAPOLITANO FORSE ANCHE DA THORNE - Beppe Grillo sarà stasera a Roma per le consultazioni al Quirinale. Il leader del M5S accompagnerà domani mattina i capigruppo al Senato e alla Camera, Vito Crimi e Roberta Lombardi all'incontro con Napolitano e dopo, secondo quanto si apprende, potrebbe essere con loro anche per la visita istituzionale prevista all'ambasciata americana con l'ambasciatore David Thorne.
Alla fine senatori e deputati del M5S in assemblea a Montecitorio hanno votato ed hanno 'perdonato' i dissidenti che al Senato si sono espressi a favore dell'elezione di Piero Grasso alla presidenza di Palazzo Madama. E' quanto trapela dalla riunione presso la Sala della Regina. I senatori - si apprende - hanno spiegato quanto accaduto prima del voto in Aula per eleggere il presidente. I deputati hanno fatto delle domande, poi è stato deciso a "stragrande maggioranza" di confermare la fiducia ai 'dissidenti'.
I DUE 'COMUNICATORI' IN SILENZIO STAMPA - Da ieri sera sono in silenzio stampa i 'comunicatori' del M5S Claudio Messora e Daniele Martinelli. Messora parla "di macchina del fango che sta lavorando a pieno regime" ora anche contro di lui e lamenta di suoi 'virgolettati' mai pronunciati sulla possibilità di dare la fiducia al governo. E così, dopo aver chiesto rettifica a 'Libero' annuncia: "Da domani, non parlerò più con nessuno. Non prendetevela con me. Se tra di voi c'è qualche bravo giornalista, che vada piuttosto all'ordine dei giornalisti e chieda di radiare questi buffoni, perché screditano tutta la categoria". Anche Martinelli ha chiuso i canali di comunicazione con la stampa: "Sono stato nominato consulente di un gruppo parlamentare e vengo trattato da giornali e tv come un addetto stampa che fa da megafono del movimento" scrive Martinelli che precisa: "non sono il Capezzone della situazione". E dunque, " ho deciso che non parlerò più con nessuno. Nessuna radio e nessuna tivù. I miei interlocutori saranno solo i deputati della Camera".
Ieri era montata la protesta tra i giornalisti a Montecitorio a causa della conferenza stampa del M5S convocata d'urgenza e conclusasi senza la possibilità di fare domande. L'incontro era stato annunciato all'ultimo momento alla stampa per presentare ufficialmente i candidati del Movimento alla vicepresidenza della Camera ed ai ruoli di questore e segretario d'Aula. La capogruppo 'a cinque stelle', Roberta Lombardi, ha presentato i tre colleghi ma, al momento delle domande da parte dei cronisti, ha interrotto la conferenza con un "grazie, arrivederci". I giornalisti hanno comunque posto le domande ma senza ricevere risposte. Su twitter e sui social network i cronisti hanno iniziato a scambiarsi opinioni, criticando la decisione di non rispondere alle domande: "Sono già diventati come gli altri", è il commento più diffuso.
CAMPANELLA SI SCUSA CON VENDOLA - "Ho un debito. Alla fine di tutta la questione telecomunicativa con i sosia radiofonici dell'onorevole Vendola, io ho fatto un po' la figura del Calandrino di turno, ma chi ci ha perso senza averne alcuna colpa è proprio l'onorevole Vendola, che si è trovato oggetto di un attacco tanto virulento quanto inatteso ed ingiustificato". Lo scrive su Facebook il senatore del Movimento 5 Stelle Francesco Campanella, che aveva denunciato una telefonata del leader di Sel per cercare di attirarlo nel suo partito, prima di scoprire che si trattava di uno scherzo telefonico. "Non c'era ombra di malafede nel mio comportamento, ma l'accusa" a Nichi Vendola 'era tale che se l'avessero fatta a me, mi sarei imbestialito", afferma il senatore 5 Stelle. "So cosa vuol dire essere oggetto di attacchi immotivati e so che lasciano un sapore amaro. Gli devo le mie scuse", conclude.
Lontano dal 'Palazzo', a volte, gli obiettivi appaiono piu' chiari. Messe da parte (per il momento) le polemiche per il ''tradimento'' al Senato, Beppe Grillo prova a riprendere il timone del M5S e ad indicare la rotta: vicepresidenza delle Camere; gli incarichi di questori e segretari d'Aula; e soprattutto la presidenza della Commissione parlamentare sui servizi segreti per ''rendicontare anche le caramelle''. Intanto, il leader a cinque stelle si prepara per giovedi' quando con i capigruppo del Movimento di Senato e Camera partecipera' alle consultazioni al Quirinale con il presidente Giorgio Napolitano. Il MoVimento Cinque Stelle, insomma, vuole ''partecipare alle decisioni che si prendono al chiuso delle stanze dei bottoni''. Ma, giurano i parlamentari, senza scendere a patti.
(ANSA)
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