lunedì 4 marzo 2013

L'INFORMATIVA COMINFORM ED I SUOI SVILUPPI



Il 20 gennaio di quell'anno perviene ad un Centro SIFAR periferico una nota proveniente
dall'Ufficio romano1. L'Ufficio scrive al Centro periferico che «Organo collaterale ha segnalato quale
sospetto agente del Kominform tale Gelli, non meglio indicato, da Pistoia» e chiede di svolgere
accertamenti. Nel febbraio (il 24) il Centro risponde all'Ufficio che il Gelli segnalato deve
identificarsi in Gelli Corrado, né peraltro l'organo rispondente fornisce alcuna spiegazione circa
l'identificazione proposta, per quali motivi cioè la notizia in possesso della sede centrale possa
essere riferita ad un nominativo (Gelli Corrado) con esclusione di un altro (Gelli Licio).
Nel settembre successivo il Centro periferico invia all'Ufficio il documento noto come informativa
COMINFORM, smentendo così la sua precedente segnalazione. Anche in questa seconda
occasione il Centro non fornisce alcuna spiegazione di tale invero strano modo di procedere,
poiché non rende ragione né di questa sua seconda definitiva identificazione, né delle ragioni
dell'errore nel quale era incorso precedentemente, quando tale identificazione aveva negato.
Risalta in altri termini, dalla corrispondenza che accompagna l’informativa, un quadro invero
singolare di rapporti tra una sezione periferica subalterna ed il centro che mal si concilia con la
subordinazione gerarchica esistente tra i due organi corrispondenti; la corrispondenza che
accompagna il documento appare in tale contesto più il pretesto formale, burocraticamente
indispensabile, per l'incardinamento dell'informativa nel fascicolo, che la reale rappresentazione
cartolare di una procedura di acquisizione di notizie tra organi posti in posizione di
subordinazione gerarchica e funzionale. Nel rapporto si sostiene che Gelli, legato al partito
comunista fin dal 1944, è per lo meno dal 1947 un agente dei servizi segreti dell'Est
(Kominform). Avrebbe mascherato questa sua attività dietro quella di industriale e commerciante
prima (trafilati di ferro e di rame), e di libraio in un secondo momento. Nella necessità di ottenere
a tutti i costi un passaporto, il Gelli si sarebbe iscritto prima alla democrazia cristiana, quindi al
partito monarchico e infine al Movimento sociale italiano. Vanterebbe relazioni con eminenti
personalità politiche ed è in grado di spendere quantità di denaro esagerate rispetto alle sue
probabili entrate.
L'informativa descritta dà luogo ad un unico accertamento successivo in ordine ai gravi elementi
informativi in essa contenuti.
Il solito Centro periferico comunica all'Ufficio centrale il risultato dell'unico riscontro che era stato
effettuato in ordine alle notizie contenute nell'informativa: la libreria di Gelli era stata sottoposta
ad attenta sorveglianza e l'attività in essa svolta dal Gelli non aveva dato luogo a nessun sospetto.
Non era inoltre risultato che al Gelli fosse stata perquisita l'abitazione perché sospettato di traffico
d'armi e di spionaggio a favore dei paesi dell'Est, né tanto meno risultava che egli fosse stato
segnalato dalla questura di Livorno quale elemento in relazione con una banda di contrabbandieri
di armi e di esplosivo (queste ultime affermazioni erano anch'esse contenute nel rapporto).
Dopo una nota in data 1953, che riepiloga in termini molto blandi il tenore dell'informativa, segue
nel 1960 un ultimo documento nel quale il Gelli viene sostanzialmente presentato come un uomo
di affari che non si occupa più di politica. A partire da questa data cade il silenzio su Gelli per ben
13 anni, per arrivare al 1973, quando con una nota si chiede se è possibile identificare Gelli con tale
Luigi Gerla, segnalato nel 1964 per avere reso servizi ai Servizi segreti ungheresi (A.V.H.). Nella
stessa nota si sostiene che «il soggetto afferma di avere avuto connessioni con il SIFAR e sembra avere
connessioni con i circoli ungheresi».
Nei documenti dei Servizi inviati alla Commissione, le indicazioni dei mittenti e dei destinatari sono sempre
cancellate e non è quindi possibile stabilire con certezza la provenienza e la destinazione delle note.

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