lunedì 18 marzo 2013

Entra in un bar e muore a 34 anni



Marco Saccavino è deceduto l’altra sera a Flambro dove si era fermato perché stava male. Abitava a Udine in via Cividale

di Giacomina Pellizzari
Si è sentito male all’improvviso mentre guidava. Si è fermato in un bar di Flambro per chiedere aiuto, ma il cuore di Marco Saccavino, 34 anni, di Udine, autista per diversi anni dell’Udinese calcio, ha smesso di battere. L’uomo è morto nel locale sotto gli occhi attoniti della titolare, che solo pochi minuti prima gli aveva servito un bicchiere di acqua e zucchero. Inutili i soccorsi del personale del 118 giunto sul posto quando l’uomo era già privo di vita. Ai sanitari non è rimasto altro che constatare le cause del decesso provocato da un arresto cardiaco. Sul posto anche i carabinieri di Mortegliano.
È accaduto sabato sera, alle 23.30, al bar “Centrale” nella frazione di Talmassons. Saccavino viveva con la mamma Ada Cecotti, a Udine, in via Cividale, da dove era partito poche ore prima. «Vado a bere un caffè al bar», aveva detto all’anziana mamma non immaginando certo che quello sarebbe stato davvero l’ultimo saluto. Saccavino, infatti, non è riuscito a rientrare a Udine, colto da malore sulla strada che da Rivignano porta a Talmassons si è fermato nel bar di Flambro e qui è morto lasciando nello sconforto non solo la mamma, ma anche i quattro fratelli e i nipoti ai quali era molto legato.
Saccavino era un ragazzo sensibile, altruista, sempre pronto ad aiutare gli altri. Con spirito di servizio aveva lavorato diversi anni per l’Udinese calcio. «Faceva l’autista - racconta la mamma trattenendo a stento le lacrime -. Accompagnava la squadra nelle trasferte, lo chiamavano sempre». Sportivo e grande appassionato di calcio, Marco, anche dopo aver cambiato occupazione, continuava a seguire i bianconeri. «Conosceva bene Morosini, quando morì pianse» ricorda la mamma guardando e accarezzando la fotografia del figlio. «Anche lui - aggiunge - è morto come Morosini».
La signora è ancora sotto choc. «Era un ragazzo esemplare» ripete non senza scagliarsi contro il destino così atroce. Quello stesso destino che nel 1976 le strappò anche una figlia. Piange Ada, non può fare altrimenti: «Mio figlio non tornerà più» ripete cercando di descrivere Marco per quello che era: riservato e discreto, attento alle piccole cose.
Marco se ne è andato troppo presto, la sua morte ha colpito anche i molti amici che aveva nel quartiere di via Cividale dov’era cresciuto frequentando la parrocchia e il campo da calcio. Dopo le scuole medie, Saccavino aveva frequentato la scuola alberghiera poi il corso per massaggiatore che gli aveva aperto le porte nell’Udinese calcio. La sua vita si è conclusa l’altra sera lasciandogli solo il tempo di dire «sto male». La salma dell’uomo, ieri, è stata ricomposta nella cella mortuaria del cimitero di Talmassons da dove partirà prima di ricevere l’ultimo saluto nella chiesa del Sacro cuore di via Cividale. La data della cerimonia funebre non è ancora stata fissata, la famiglia è in attesa del rilascio del nullaosta da parte del magistrato.


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