Lo scorso 5 agosto è stata la
ricorrenza di cinquant’anni dalla morte di Marilyn Monroe. Quella donna dal
corpo sensuale e dal sorriso bambinesco che aveva fatto sognare milioni di
uomini e che era destinata a diventare un mito a tutt’oggi inossidabile moriva
in circostanze misteriose. Aveva 36 anni. Addirittura la data della morte non
dovrebbe essere esatta perché il corpo senza vita pare sia stato trovato prima
della mezzanotte quindi sabato 4 agosto 1962 da Eunice Murray, la sua
governante, Ralph Greenson, il suo psichiatra e Hyman Engelberg, il suo medico
curante che chiamò la polizia di Los Angeles dalla casa di Marilyn, la villetta
al 12305 Fifth Helena drive, a Brentwood, un quartiere tranquillo nella zona
ovest della città dove accorse anche Pat Newcomb, la sua addetta stampa. Subito
si è parlato di suicidio e così hanno confermato tutti testimoni. Troppo
velocemente si è parlato di suicidio e tutti quei testimoni erano facilmente
ricattabili. Era diventata scomoda Marilyn, con le sue amicizie pericolose, con
amanti come due fratelli Kennedy, John e Bob, con frequentazioni con personaggi
legati alla mafia come Frank Sinatra, con ex mariti legati alla sinistra come
Arthur Miller. Sulla sua morte sono state fatte tantissime ipotesi. La più
accreditata è sempre stata quella del suicidio che è sempre parsa troppo
banale. Era un personaggio scomodo. Poteva diventare pericolosa perché andava a
letto con il Presidente degli Stati Uniti, con suo fratello, il Ministro della
Giustizia ma anche con mafiosi del calibro da Sam Giancana. Sapeva troppe cose
perché a letto gli uomini, anche quelli importanti, si rilassano e parlano. Era
uno spirito libero, Marilyn, indomabile. E questo poteva far paura a molti.
Aveva voglia di rivalsa Marilyn, non voleva essere usata e poi messa
nell’ombra. Minacciava di parlare, di raccontare. Minacciava i poteri forti che
potevano essere intimiditi da quella donna particolare che voleva vivere la sua
vita fino in fondo, una femminista ante litteram. Cosa successe? Come morì? Chi
mise tutto a tacere? Perché le persone che le erano intorno non raccontarono
tutta la verità? Le circostanze ancora non chiare rispetto alla sua morte ce la
fanno sentire ancora qui, è come se il capitolo della sua vita non si fosse
ancora chiuso.
Elisabetta Villaggio
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