lunedì 25 settembre 2023

Richard Freyman

 


“Cara Arline,

ti adoro, tesoro. So quanto ti piace sentirtelo dire ma non lo scrivo solo per questo: lo faccio perché scriverti mi scalda il cuore. È passato così tanto tempo dall'ultima volta che ti ho scritto ma so che mi perdonerai perché sai come sono fatto, cocciuto, realista e pensavo che scrivere non avesse senso.


Ma adesso, mia cara moglie, so di dover fare quello che ho sempre rinviato e che ho fatto così spesso in passato. Voglio dirti che ti amo. Che voglio amarti. Che ti amerò sempre. Faccio fatica a capire cosa significhi amarti ora che sei morta, ma ho ancora voglia di darti conforto e prendermi cura di te, così come voglio che tu mi ami e ti curi di me. Voglio affrontare i problemi con te, voglio fare piccoli progetti con te. Avevamo cominciato a imparare il cinese insieme, a usare un proiettore cinematografico. Non posso farlo anche adesso? No, sono solo senza di te: eri la mia "donna ideale" e l'istigatrice di tutte le nostre folli avventure. Quando ti sei ammalata, ti preoccupavi perché non potevi darmi certe cose di cui credevi avessi bisogno. Non avresti dovuto. Come ti ho detto, non avevo bisogno di nulla perché ti amavo tantissimo e in molti modi diversi. E adesso questo è ancora più vero: non puoi darmi niente, eppure ti amo così tanto che non potrei amare nessun'altra donna, né lo vorrei. Tu sei molto meglio di qualunque altra persona viva. So che mi darai dello sciocco, che vuoi vedermi pienamente felice e non desideri essere un ostacolo per me. Scommetto che sarai sorpresa di sapere che dopo due anni non ho nemmeno una fidanzata. Ma non puoi farci niente mia cara, e nemmeno io. Non capisco: ho conosciuto diverse ragazze, anche carine, e non voglio restare solo, ma dopo due o tre incontri non mi dicono più niente. Ci sei solo tu per me. Tu sei reale. Mia cara moglie, ti adoro.

Rich.


P.S. Scusami se non ti spedisco questa lettera, ma non conosco il tuo nuovo indirizzo.”


In foto Richard Feynman alla sua prime moglie e storica fidanzata sin dalle a superiori Arline Greenbaum, morta a soli venticinque anni di tubercolosi.

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