Convinse il Vietnam a chiudere le frontiere. Si era reso conto che quello non era una situazione normale. Che le persone malate che stava visitando avevano qualcosa che lui non aveva mai visto prima.
Aveva ragione, era la SARS. La scoprì lui e appena si rese conto della situazione fece tutto ciò che poteva per evitare che in quel 2003 scoppiasse un’altra pandemia, riuscendo ad isolare il fenomeno al solo Vietnam.
Le vittime furono “solo” 800.
Sarebbero potute essere milioni, ma grazie a Carlo Urbani, medico e volontario italiano, la situazione non degenerò.
Costò la sua vita. Perché Urbani rimase in Vietnam a prendersi cura dei suoi pazienti, e si spense in questo giorno, il 29 marzo del 2003.
A lui, noi tutti dobbiamo tantissimo. Non solo noi italiani, ma milioni di persone in tutto il mondo perché “non sapremo mai quanti milioni di vite ha salvato”, come disse Kofi Annan.
In questo giorno, il nostro ricordo va quindi a lui e al suo impegno.
Leonardo Cecchi
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