Il wrestling è un grande spettacolo di salti, scontri, luci e fuochi d'artificio.
E tutti, in un giorno triste, abbiamo scoperto che è tutto predeterminato.
Ciò che è vero è la preparazione dei protagonisti dello show.
Spesso sono ex atleti di alto livello che hanno primeggiato in arti marziali miste, pugilato o lotta libera.
Tra questi c'è anche Kurt Steven Angle.
Inizia nella lotta libera a livello agonistico, diventa campione del mondo nel 1995 e conquista l'oro nelle Olimpiadi di Atlanta l'anno successivo.
Ma succede che si infortuna seriamente al collo ed è costretto ad abbandonare la lotta per passare allo spettacolo del wrestling.
Diventa un lottatore cattivo, "heel" nel gergo, vince diverse cinture della federazione e chiude i match con una delle mosse più conosciute dello show: la Ankle Lock.
Nella diciannovesima Wrestlemania dovrebbe sfidare il suo acerrimo nemico Brock Lesnar ma i problemi al collo lo perseguitano e i medici gli consigliano di rinunciare per non correre seri rischi.
Con il manager della federazione Vince McMahon e gli sceneggiatori sceglie di organizzare un finto infortunio in uno dei match che precedevano Wrestlemania.
Ma poco prima dell'incontro Kurt va a trovare un vicino di casa, che ha un figlio con la sindrome di Down che è un suo grande fan.
Il ragazzino gli mostra la copertina di Wrestlemania e gli dice che non vede l'ora di vederlo combattere. Kurt lo guarda e inizia a piangere.
Poi chiama Vince e cambia il programma: combatterà.
Combatterà anche se il copione prevede la sua sconfitta.
Perde sul ring, ma con quell'azzardo ha dimostrato che lo spettacolo è "finto", ma i sentimenti possono essere veri.
Tanti auguri Kurt
My heroes football
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