domenica 19 settembre 2021

Nazista infame!

 


“La parola di un ufficiale tedesco vale più di cento firme italiane”. Rispose così il comandante delle SS al parroco Giuseppe Bernardi, quando questi gli chiese di mettere per iscritto che se avesse organizzato la restituzione di due ostaggi tedeschi catturati dai partigiani, i tedeschi non avrebbero fatto del male ai civili di Boves, Cuneo.


Don Bernardi si fidò. Assieme all’ingegnere Antonio Vassallo, compaesano rispettato, fece quello che gli venne chiesto e riuscì a far restituire gli ostaggi alle SS. 


Non appena tornò in paese, lui e Vassallo furono fatti andare nella piazza centrale. Volevano che guardassero quando iniziò il massacro. Le SS si accanirono su chi c’era: donne, bambini, invalidi. Didero fuoco alle case e uccisero quasi trenta persone, chiunque trovassero. Tra loro anche il viceparroco di Bernardi, Antonio Ghibaudo, 23 anni, che venne ammazzato mentre dava l’assoluzione a un anziano che sta morendo a causa di un colpo di un tedesco. 


Quando l’eccidio terminò, portarono Don Bernardi e Vassallo a vedere il paese bruciato e i corpi esamini a terra. Poi gli spararono e diedero loro fuoco, facendoli morire tra le fiamme mentre ancora respiravano. 


La parola di un tedesco vale più di cento firme italiane. Con queste parole iniziò il 19 settembre del 1943 l’eccidio di Boves, il primo eccidio nazista in Italia. Ne seguiranno molti altri, con migliaia di morti innocenti. 


Leonardo Cecchi

Facebook 

Nessun commento:

Posta un commento