venerdì 1 agosto 2014

1. CURIOSI DI SAPERE CHI HA UCCISO ‘’L’UNITÀ’’? SCOPERTO IL KILLER: CONCITA DE GREGORIO! - 2. E NON LO SPIFFERANO I FUORUSCITI TRAVAGLIO E PADELLARO E FURIO COLOMBO BENSI' LO SVELA L’EX DIRETTORE DELL’”ESPRESSO”, OGGI EDITORIALISTA DI “REPUBBLICA”, GIOVANNI VALENTINI SU TWITTER: “SULLA FOTO DELLA CAMPAGNA PUBBLICITARIA DEL 2008 DI OLIVIERO TOSCANI CI SONO LE IMPRONTE DIGITALI DI CHI HA MESSO IN LIQUIDAZIONE ''L’UNITÀ''” - 3. E ALL’EPOCA IL DIRETTORE DELL’UNITÀ ERA APPUNTO CONCITA, CHE ARRIVAVA DA ‘’REPUBBLICA’’ ED È TORNATA A ‘’REPUBBLICA’, NOMINA CHE PORTA LA FIRMA DI VELTRONI - ’4. OGGI IL QUOTIDIANO FONDATO DA GRAMSCI (E AFFONDATO DA RENZI) SARÀ IN EDICOLA PER L’ULTIMA VOLTA. L'INEFFABILE VELTRONI: “CREDO CHE L’AMBIZIONE SIA QUELLO DI GUARDARE AL FUTURO E NON ALLA SOPRAVVIVENZA. SENZA ''L’UNITÀ'' SIAMO TUTTI PIÙ POVERI” -



1. DA D’ALEMA A VELTRONI, LE FIRME DELL’ULTIMA «UNITÀ» - OGGI IN EDICOLA IL NUMERO D’ADDIO DEL QUOTIDIANO

Concita De GregorioCONCITA DE GREGORIO
Oggi l’Unità sarà in edicola per l’ultima volta. Almeno per adesso. Martedì la redazione avrebbe voluto interrompere le pubblicazioni già dal 30 luglio, non appena saputo dai liquidatori del giornale che dall’assemblea dei soci non era venuta fuori alcuna soluzione per il salvataggio. Ma poi si è deciso di andare avanti fino al termine fissato dai liquidatori (il 1° agosto appunto) così da poter mandare in edicola un giornale con interventi autorevoli di molti ex direttori.
Giovanni ValentiniGIOVANNI VALENTINI

Tra questi quelli di Massimo D’Alema e di Walter Veltroni. Che scrive: «Come sarà l’Unità ? Non cosa è stata e cosa è. Credo che l’ambizione che oggi deve muovere la redazione e tutti quelli che hanno a cuore il destino del giornale, a cominciare dal Pd, sia quello di guardare al futuro e non alla sopravvivenza. Senza l’Unità siamo tutti più poveri». E ieri pomeriggio il comitato di redazione de l’Unità ha incontrato i vertici del Pd.

walter veltroniWALTER VELTRONI
Il presidente Matteo Orfini, il vicesegretario Lorenzo Guerini e il tesoriere Francesco Bonifazi hanno visto le rappresentanze sindacali dei giornalisti, gettando uno spiraglio di fiducia per il futuro. Con la chiusura de l’Unità sono un’ottantina i giornalisti che rimangono senza lavoro, oltre a tutti i poligrafici e gli amministrativi.

UN PO D ACQUA PER MASSIMO D ALEMA FOTO ANDREA ARRIGAUN PO D ACQUA PER MASSIMO D ALEMA FOTO ANDREA ARRIGA
Ma dal Pd avrebbero garantito che si sta lavorando affinché l’Unità non chiuda e che in proposito avrebbero già avuto manifestazioni di interesse. Infatti Guerini, Orfini e Bonifazi hanno spiegato al comitato di redazione che stanno valutando progetti che prevedano il rilancio del progetto editoriale complessivo nonché la tutela del corpo redazionale. 

2. LE IMPRONTE PORTANO A REPUBBLICA

Matteo OrfiniMATTEO ORFINI
Giovanni Valentini, diRepubblica, scrive su Twitter postando l’immagine della campagna pubblicitaria dell’Unità del 2008: «Su questa foto, ci sono le impronte digitali di chi ha messo in liquidazione l’Unità». All’epoca il direttore era Concita De Gregorio, che arrivava daRepubblica ed è tornata a Repubblica.

Insomma, le impronte digitali di chi messo in liquidazione l’Unità portano dritte al giornale di Mauro.


3. UNITÀ, ULTIMA CHIAMATA PER IL PD: UN COMPRATORE PER EVITARE LA SANTANCHÈ
Salvatore Cannavò Per il “Fatto quotidiano

Se davvero Matteo Renzi e il Pd vogliono salvare l’Unità ora è la loro occasione. Con l’uscita di scena degli azionisti la palla è nelle mani dei liquidatori che dovranno presentare un piano al commissario nominato dal Tribunale in quello che viene definito “concordato bianco”. Si tratta dell’ultimo miglio da percorrere prima del definitivo fallimento. In questo lasso di tempo, chi volesse rilevare l’Unità non ha che da presentare un’offerta giudicabile “forte” da parte del commissario. 

lorenzo gueriniLORENZO GUERINI
Il Partito democratico ha assicurato ieri pomeriggio al Cdr del quotidiano, incontrato dal presidente del partito, Matteo Orfini e dal vicesegretario Lorenzo Guerini, che sta lavorando per far emergere una proposta imprenditoriale con un piano editoriale credibile. Di fronte alla richiesta dei lavoratori del giornale di avere garanzia anche sul fronte dell’occupazione, la risposta è stata confortante. “C’è impegno” ha dichiarato il Cdr.

Sul fronte politico, la giornata è stata segnata dagli attestati di solidarietà. Da parte di tutti i senatori del Pd, dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, da Walter Veltroni e Roberta Pinotti, dall’Arci fino a Stampa romana. Tutti al fianco del quotidiano fondato da Antonio Gramsci e tutti d’accordo nel chiedere un impegno al partito di riferimento e, soprattutto, al presidente del Consiglio.

DANIELA SANTANCHEDANIELA SANTANCHE
Il “concordato in bianco”, o con riserva, permette alla società di beneficiare immediatamente degli effetti “protettivi” rispetto ai creditori dandogli il tempo di predisporre la proposta di concordato preventivo oppure di un piano di ristrutturazione. Si tratta, dunque, di capire la bontà delle offerte sul tavolo che, a differenza della fase precedente, non dovranno più essere approvate dai soci e non dovranno sottostare alla maggioranza del 91 per cento.

Nel Pd si confida che l’offerta promossa dal partito possa avere i requisiti necessari e battere così quelle, probabili, di Matteo Fago, che ha avanzato un suo piano, e di Daniela Santanchè che ieri con un tweet si rammaricava della “stupidità” con cui, per pregiudizio, è stata respinta la sua proposta. Ma la sua offerta potrebbe tornare di nuovo sul tavolo. Per evitarla serve una proposta più forte e credibile. L’ultima occasione per il Pd.


matteo fagoMATTEO FAGO
francesco bonifaziFRANCESCO BONIFAZI

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