venerdì 17 gennaio 2014

L'AMICO


Dio ci fa dono di questo delizioso e misterioso splendore
che irradia dalla sua Creazione senza nulla chiederci in cambio.

Ciò che si aspetta da noi è il libero dono di noi stessi: 
«Raggiungimi in piena libertà – ci dice – 
e conosceremo, l’uno attraverso l’altro, il sapore della vera gioia».

Lui, che ha deposto una particella di Sé al fondo del nostro essere, 
nella dimora del nostro io, in un santuario al di là dei mondi,
è il Dio della Beatitudine.

Se ci apparisse vestito della sua Onnipotenza,
saremmo costretti a prosternarci di fronte a Lui, con le mani giunte.

Ma quando egli viene verso di noi è l’Amico
e si avvicina con passo leggero.

Giunge solo,
né guardie armate, né giudici spietati lo accompagnano;
nessuna banda fa risuonare in suo onore le trombe della gloria.

E poiché Egli non vuole ridestare con la forza il nostro torpore
né strapparci all’errore contro la nostra stessa volontà,
noi spesso non facciamo nulla
per permettergli di prendere posto in noi.

Ma finché l’uomo non si impegna volontariamente sulla strada dell’Amore,
resta, attraverso tutte le esistenze, asservito alle necessità terrene.
Attraversa da schiavo il ciclo della vita e della morte
senza accorgersi che nasce in questo mondo
per far sua la Gioia che appartiene al Tutto.

Spalanchiamo dunque le porte del nostro tabernacolo segreto,
là dove non penetra nemmeno la luce degli astri,
in cui nessun essere umano a noi amico ha mai avuto accesso,
ma dove attende – vuoto – il trono dell’unico Amico.

Lasciamo che la luce inondi la dimora della nostra anima.

Nel momento in cui la minuscola scintilla di verità
che alberga nella nostra anima finalmente si accenderà,
nulla resterà più nascosto per noi,
né la realtà segreta delle cose,
né il loro splendore,
né l’Amore che le abita.

Comprenderemo allora perché continuiamo a vagare così a lungo qui sulla terra,
apparentemente ridotti a un io separato dal Tutto,
e quel mistero che è per noi questo dramma di un’illusoria separazione
ci sarà svelato in un lampo.

Tagore da: “La casa della Pace”

Foto

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