venerdì 17 gennaio 2014

La gente savia, cioè quella normale, quella con le rotelline perfettamente a posto, non vede negli occhi del maiale la presenza di un essere vivente con delle esigenze e dei sentimenti, con la voglia di vivere, di giocherellare e di stringere amicizia con qualcuno, come succede per il cane e per il gatto, che hanno addirittura un giorno del calendario a loro dedicato.

La gente normale vede in quegli occhi soltanto la voglia di cibo per crescere velocemente di peso e finire in tanti bei salumi, tante belle soppresse, tante gambe appese chiamate prosciutti, tanti musetti, tante polmonarie, tanti fegati, tanta pancetta, tanti pezzi di lardo, tante cicciole, ovvero sangue rappreso e dolcificato.

Capito l’andazzo, la Pfizer ha registrato il marchio dell’eparina a livello mondiale, e così le budella pressate di ogni maiale diventano altra fonte preziosa di danaro, visto che non esiste medico che accetti oggi di operare senza il supporto dell’eparina.

Da piccolo mi successe di vedere più di una volta l’agghiacciante scena del porcaro (dotato di anima) col coltellaccio in mano, che insegue il porcellino (senz’anima) fino a bloccarlo contro il primo angolo del cortile.
La scena della lama che penetra profondamente nella gola nuda e improtetta della povera bestiola, con lancinanti urla di dolore e di protesta che salgono verso il cielo e durano per diversi minuti.
Un pianto talmente disperato e struggente da perforarti il cuore.
Ma non il cuore del boia che, steso al suolo il primo maiale, si mette a inseguire il secondo e il terzo, il quarto e il quinto, che avevano osservato sconvolti ed in piena tachicardia la scena iniziale, rifugiandosi dietro una ruota del camion, o dietro la pianta di limone.
Altro maiale altra scena. Altro sgozzamento e altre urla.

Da creature pensanti e senzienti in salsicce appese al filo

Il più fortunato fu il primo, la cui agonia durò non più di 15 minuti.
Il quinto maialino invece ricevette non una ma cinque coltellate, la sua e quella dei suoi malcapitati fratelli.
Alla fine della giornata, dei porcellini nessuna traccia.
Alle urla della mattinata era subentrato un silenzio tombale.
Una fila di salsicce appese a un filo, come si trattasse di biancheria ad asciugare.
Una seconda fila di zamponi, una terza di prosciutti, e il pavimento del cortile rosso ed acre, saturo di sangue, di pipì, di escrementi e di sofferenza.

Nessun rimorso e nessun peccato. Si tratta di esseri senz’anima.

E tutto accade con la benedizione della Chiesa Cattolica, la quale garantisce che questi animali non sentono, non pensano e non hanno alcuna parvenza di anima, visto che l’anima è di esclusiva pertinenza umana.

Scene come questa hanno beatificato in continuazione i nostri paesi e le nostre città, e sono avvenute all’ombra protettiva di chiese consacrate, di benedizioni sacerdotali e di campanili imbandierati.
Migliaia di sagre paesane, aventi per tema la polenta e il cotechino, la costa e la salsiccia, sono organizzate ogni anno dai pievani e dai monsignori, in nome della devozione e della fede in Gesù Cristo.


Foto: La gente savia, cioè quella normale, quella con le rotelline perfettamente a posto, non vede negli occhi del maiale la presenza di un essere vivente con delle esigenze e dei sentimenti, con la voglia di vivere, di giocherellare e di stringere amicizia con qualcuno, come succede per il cane e per il gatto, che hanno addirittura un giorno del calendario a loro dedicato.

La gente normale vede in quegli occhi soltanto la voglia di cibo per crescere velocemente di peso e finire in tanti bei salumi, tante belle soppresse, tante gambe appese chiamate prosciutti, tanti musetti, tante polmonarie, tanti fegati, tanta pancetta, tanti pezzi di lardo, tante cicciole, ovvero sangue rappreso e dolcificato.

Capito l’andazzo, la Pfizer ha registrato il marchio dell’eparina a livello mondiale, e così le budella pressate di ogni maiale diventano altra fonte preziosa di danaro, visto che non esiste medico che accetti oggi di operare senza il supporto dell’eparina.

Da piccolo mi successe di vedere più di una volta l’agghiacciante scena del porcaro (dotato di anima) col coltellaccio in mano, che insegue il porcellino (senz’anima) fino a bloccarlo contro il primo angolo del cortile.
La scena della lama che penetra profondamente nella gola nuda e improtetta della povera bestiola, con lancinanti urla di dolore e di protesta che salgono verso il cielo e durano per diversi minuti.
Un pianto talmente disperato e struggente da perforarti il cuore.
Ma non il cuore del boia che, steso al suolo il primo maiale, si mette a inseguire il secondo e il terzo, il quarto e il quinto, che avevano osservato sconvolti ed in piena tachicardia la scena iniziale, rifugiandosi dietro una ruota del camion, o dietro la pianta di limone. 
Altro maiale altra scena. Altro sgozzamento e altre urla.

Da creature pensanti e senzienti in salsicce appese al filo

Il più fortunato fu il primo, la cui agonia durò non più di 15 minuti. 
Il quinto maialino invece ricevette non una ma cinque coltellate, la sua e quella dei suoi malcapitati fratelli.
Alla fine della giornata, dei porcellini nessuna traccia. 
Alle urla della mattinata era subentrato un silenzio tombale.
Una fila di salsicce appese a un filo, come si trattasse di biancheria ad asciugare.
Una seconda fila di zamponi, una terza di prosciutti, e il pavimento del cortile rosso ed acre, saturo di sangue, di pipì, di escrementi e di sofferenza.

Nessun rimorso e nessun peccato. Si tratta di esseri senz’anima.

E tutto accade con la benedizione della Chiesa Cattolica, la quale garantisce che questi animali non sentono, non pensano e non hanno alcuna parvenza di anima, visto che l’anima è di esclusiva pertinenza umana. 

Scene come questa hanno beatificato in continuazione i nostri paesi e le nostre città, e sono avvenute all’ombra protettiva di chiese consacrate, di benedizioni sacerdotali e di campanili imbandierati.
Migliaia di sagre paesane, aventi per tema la polenta e il cotechino, la costa e la salsiccia, sono organizzate ogni anno dai pievani e dai monsignori, in nome della devozione e della fede in Gesù Cristo.

la foto di Valdo Vaccaro Official Fanpage.

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