Poiché l’antica saggezza indiana è così vicina allo gnosticismo moderno, in cosa si differenziano? Perché la maggior parte degli abitanti della terra non segue questa antica dottrina? Perché deve esserci sempre qualcosa di nuovo, visto che è già abbastanza difficile? I sette grandi impulsi dell’intervento divino, il cui inizio risale a un lontano passato, indicano a ciascuno la via da seguire. Il tempo passa, si modificano sia le condizioni dell’esistenza, sia le diverse sfere di vita degli esseri umani. Ciò fa si che nuove possibilità si presentino, mentre altre vengono chiuse. Sono, quindi, necessari sempre nuovi impulsi per aprire nuovi percorsi. Per esempio, l’aria oggi è molto diversa da quella che si respirava migliaia di anni fa. Le condizioni eteriche e astrali di ogni paese sono diverse nei vari luoghi. In alcune regioni - dopo secoli di incomprensioni, mancanza d’amore e lotte di potere - l’inquinamento è maggiore rispetto ad altre zone e la crescita spirituale segue strade diverse. Poiché nella vita dialettica non esiste la stasi, vi è sempre progresso o regresso. C’è progresso quando si aprono nuove strade verso la perfezione; si verifica regressione se quelli che hanno raggiunto un certo livello di sviluppo fanno un passo indietro, pensando che sia troppo difficile. In base a ciò, ognuno operi le proprie scelte.
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