hieste lettighe 'in prestito' perché al pronto soccorso sono finite. I degenti sono nei corridoi e le stanze dell'Obi (Osservazione breve intensiva) stamani ha visto sessanta malati, quando in realtà dovrebbero essere quindici. Anche gli infermieri non se la passano meglio: il personale è ridotto all'osso.
Non ci sono posti letto, i malati sono costretti a rimanere nei corridoi sopra le barelle. Oggi, quelle barelle, non bastavano più e così i sanitari sono stati costretti a prendere in ‘prestito’ quelle delle ambulanze (nove per l’esattezza). E i mezzi di soccorso, giocoforza sono rimasti bloccati. Questo è quanto accaduto stamattina al pronto soccorso del policlinico Tor Vergata. Una situazione che ha superato il codice etico delle decenza ma che, a quanto pare, da queste parti è la routine. Basta farsi un giro: superata l’accettazione c’è la zona dell’emergenza. Lì i degenti vengono posizionati lungo i corridoi e le stanze dell’Obi (osservazione breve intensiva, due stanze sono per le donne e una per gli uomini). Il fatto è che il numero dei malati da ospitare dovrebbe raggiungere le quindici unità.
Stamani invece le persone presenti erano sessanta. Una quota, questa, che probabilmente andrà aumentando nel corso della giornata. La stato di disordine cronico, peraltro, non si esaurisce qui. Infatti è possibile trovare uomini insieme alle donne perché non ci sono separè. La stanza delle barelle, tra l’altro, è diventata uno spazio dove trattenere i malati. Senza dimenticare che nella sala rossa (quella delle emergenze) c'erano quattro pazienti intubati e questi, per la cronaca, dovevano trovarsi in terapia intensiva (ma anche lì la stanza non poteva più ospitare nessuno). Inevitabilmente anche il lavoro degli infermieri è un inferno: la mattina il personale conta, di media, nove persone. La sera, invece, sono sette. Già in passato erano state effettuate segnalazioni per denunciare lo stato presente al pronto soccorso di Tor Vergata eppure nulla è cambiato. Attualmente la squadra infermieristica dell'Obi è di due unità ma in passato era composto da quattro elementi (con lo stesso numero di pazienti da gestire). Poi, per dinamiche di reparti aperti e poi chiusi, il numero del personale è diminuito. Così - alla fine della fiera - una struttura ospedaliera, purtroppo, si trasforma in un grande circo dove l’equipe sanitaria si trova costretta a indossare i panni dei ‘giocolieri’ per i salti mortali che è costretta a effettuare quotidianamente mentre intorno il caos regna sovrano.
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