mercoledì 3 ottobre 2012

Obama contro le banche: chiesti i danni per lo scandalo subprime. Cosa farà l'Europa?



Di Alessandro Proietti 

NEW YORK - La campagna elettorale degli States è fatta tanto da promesse quanto da fatti: se per il primo caso ciascun candidato può dire la sua, per il secondo Obama è sceso in campo con grande decisione. Nella memoria degli statunitensi è ancora fresco lo smacco subito dalla crisi dei mutui subprime. Il sistema di cartolarizzazioni aveva raggiunto un torbidume tale da non rendere più sicura nessuna informazione. Si navigava a vista e ci si affidava all'intuito, in un contesto che di "ufficiale" non mostrava più nulla. Un relativismo assoluto che trasformava i toni netti dettati dalla sicurezza legislativa in un mare di mezzitoni ed ombre.


A man walks past the JP Morgan headquarters at Canary Wharf in London



"Il cavaliere bianco", il passato - Facciamo un passo indietro, torniamo al 2006. Bear Stearns, banca d'affari statunitense, è ancora sul mercato: ha le mani in pasta con le ABS (Asset-Backed Securities) e alimenta tale mercato sfruttando i propri clienti. Si emettevano titoli collateralizzati con mutui di "bassa qualità": nel momento stesso in cui è stato palese che questi mutui non sarebbero rientrati il castello di carte costruito è crollato al suolo. Bear Stearns ingannò fino all'ultimo gli investitori, fino al momento del suo collasso. E' a quel punto che interviene il "cavaliere bianco" J.P. Morgan che, nel 2008, ingloba al suo interno la moribonda banca. Le perdite per i clienti ammontarono a circa 22.5 miliardi di dollari.
Il risarcimento, il presente - Tornati nel 2012, quando lo scandalo legato ai mutui subprime sembra distante nel tempo, il procuratore generale dello Stato di New York, Eric Schneiderman, ha fatto scattare una causa miliardaria contro J.P. Morgan e l'ormai fu Bear Stearns. La vendita, tra il 2006 ed il 2007, di titoli garantiti da mutui residenziali a rischio viene considerata una vera e propria truffa ai danni dei risparmiatori. La causa, perorata da Obama, fa leva su una serie di documenti ed email interne alla banca. Se le perdite di allora furono circa di 22.5 miliardi di dollari, la richiesta di rimborso legata alla causa non è stata ancora formulata. Torna utile, a tal proposito, guardare ad un altro big della finanza: Bank of America ha da poco accettato di pagare 2.34 miliardi di dollari agli azionisti che l'avevano accusata di aver omesso le condizioni per l'acquisizione di Merrill Lynch.
"Un precedente" per il futuro - Slegandoci momentaneamente dalle stime del risarcimento, la mossa di Obama tramite la procura newyorkese stabilirebbe un importante precedente giuridico. Fonti vicine alla procura fanno sapere che una task force sarebbe pronta a chiedere una "pioggia di ricorsi" legati alla passata crisi usando come "modello" proprio la causa fatta a J.P. Morgan. Si preannuncerebbe, così, una lunga serie di cause verso tutti gli istituti coinvolti nello scandalo dei mutui subpirme per un totale di decine di miliardi in multe e risarcimenti.
E in Europa? - Se è vero che l'esposizione dei clienti europei al caso subprime è molto minore, è altrettanto vero che hanno fatto seguito, da parte di alcuni istituti europei, una serie di comportamenti poco limpidi nei confronti dei clienti. La situazione di emergenza farà rimandare le eventuali richieste europee di risarcimento tra qualche anno. La speranza più immediata è quella di un cambio di rotta dell'Europa nell'ambito del perseguire le irregolarità finanziarie. C'è da augurarsi che la nuova battaglia politica di Obama sia da esempio per qualche burocrate europeo.


 http://it.ibtimes.com/articles/36652/20121003/jp-morgan-bear-stearns-obama-mutui-subprime-risarcimento-europa-banche.htm#ixzz28FD4gqo6

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