Installazioni, sperimentazioni e fotografie in mostra a Milano
Nino Migliori, dalla serie: Gente dell'Emilia (1957)
Nino Migliori, dalla serie: Cancellazioni (1960)
Nino Migliori, da 'Gente dell'Emilia' (1955)
Nino Migliori, da Italian sketchbook (dal 1984)
Nino Migliori, da Italian sketchbook (dal 1984)
Nino Migliori, da Manifesti strappati (anni '70)
Nino Migliori, da Italian sketchbook (dal 1984)
Nino Migliori, 50 x 60 (1991)
Nino Migliori, dalla serie: Gente dell'Emilia (1957)
Nino Migliori, dalla serie: Gente dell'Emilia (1957)
Nino Migliori inizia a scattare alla fine degli anni Quaranta a Bologna: scopre un’Italia fatta di una nuova quotidianità che riprende con poesia e precisione. Sono gli anni del realismo e Migliori crea alcune tra le più celebri e significative immagini di questa stagione. In questi stessi anni, comincia anche le sue sperimentazioni: nascono i “Muri”, i lavori “off-camera”; interviene sulle lastre e sulle pellicole con graffi e incisioni (cliché-verre), usa la luce di un fiammifero per impressionare i negativi (pirogrammi), disegna sulla carta fotografica con i liquidi di fissaggio e di sviluppo (ossidazioni). Sperimenterà con la polaroid, con materiali vari, giocando anche con l’oro e con il bronzo, e inventerà installazioni sorprendenti e innovative.
La mostra alla Fondazione Forma per la Fotografia di Milano - dal 18 ottobre al 4 novembre - è la prima grande retrospettiva dedicata a Nino Migliori e in un insieme di immagini celebri e di grandi inediti, presenta le fotografie realizzate negli anni Quaranta e Cinquanta, la serie dei Muri, le sperimentazioni off camera, le celebri polaroid, fino alle installazioni più recenti.
La mostra è a cura di Denis Curti e Alessandra Mauro ed è accompagnata da un catalogo edito da Contrasto.
(ANSA)
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