sabato 1 settembre 2012

Il sindacato: una piaga del pubblico impiego italiano


di FRANCO FUMAGALLI*

Nel pubblico impiego, in questo paese dal socialismo reale, le sigle sindacali sono centinaia e talvolta con un solo iscritto, il segretario. Questo perché in Italia, chiunque può inventarsi una sigla sindacale e proclamare agitazioni. In Paesi seri, le sigle sindacali sono ammesse ma sono proibiti, giustamente, gli scioperi. In Paesi moderni e molto più seri, nel pubblico impiego non sono ammessi i sindacati. E a ragione. Nei rapporti produttivi privati tra imprenditore e lavoratore vi è un certo relativo livello di contrasto d’interessi, e quindi una dialettica interna che giustifica l’organizzazione sindacale, in quanto l’imprenditore deve tendere alla massimizzazione del suo utile, così come il lavoratore deve tendere a massimizzare la sua retribuzione.
Tutti e due devono tener conto, poi, del mercato in cui operano le aziende. Ne consegue un equilibrio in cui l’imprenditore continua a intraprendere e il lavoratore a lavorare. Nel rapporto di lavoro pubblico tale contrasto d’interessi non esiste, perché il datore di lavoro, lo Stato, ovvero i cittadini, che sarebbero la controparte sindacale, sono rappresentati da deputati. Questi, in ogni caso, non erogano, come l’imprenditore, soldi propri, ma quelli dei cittadini inconsapevoli ed impossibilitati, grazie all’attuale Costituzione, a valutare le retribuzioni pubbliche nella qualità e nella  quantità, ad esempio con comitati di cittadini o altri equivalenti mezzi democratici. Se poi consideriamo che, praticamente, gli stipendi pubblici vengono concordati tra un organismo rappresentativo dello Stato, l’ARAN (Agenzia per la RAppresentanza Negoziale) e la Triplice, ci si può rendere conto dell’assurdità di tale situazione. Infatti il vertice dell’ARAN è costituito da 5 componenti, tutti molto vicini ai sindacati. Si giunge a capire l’incongruenza di tale situazione in cui i cittadini pagano stipendi decisi da burocrati statali con burocrati sindacali se non ex sindacalisti. Se non bastasse non esiste un mercato esterno che possa regolare l’entità delle erogazioni.
Completano il quadro varie realtà che sembrano assurdità ma che i cittadini pagano eccome:
A- Il dipendente pubblico ha diritto allo stipendio a prescindere. In molti ministeri incassa anche un premio se solo fa capolino in ufficio;
B- Gli stipendi medi dei dipendenti pubblici sono superiori del 37% a quelli dei privati. (Un regalo da 17 miliardi di euro);
C- Qualunque azione viene vietata ai dirigenti se non concertata prima con la Triplice sindacale;
D- Un quarto dei fondi che dovrebbe incentivare la produttività se ne va in indennità a prescindere;
E- Nell’operoso mondo del pubblico impiego in cinque anni sono state concesse due milioni di promozioni. Il 55% dei ministeriali ha fatto carriera;
F- I ministeriali sono di salute cagionevole, marcano visita 4 volte più spesso dei minatori. Ad esempio nel 2006 sono state 64.000.000 (sessantaquattro milioni) le giornate perse a causa della salute dai dipendenti pubblici. Lo stesso numero dell’assenteismo dei lavoratori privati che però, sono 5 volte di più. Un’abitudine che costa non meno di 14 miliardi di euro l’anno;
G- Negli uffici comunali di Roma mancano ogni giorno 6 o 7 mila dipendenti. Ogni impiegato tipo non lavora 5 giorni su 22. Non vi è dubbio che situazioni consimili vi siano in tutto il Paese;
H- Alle Ferrovie dello Stato hanno ridotto gli organici senza risparmiare e l’Amministratore Delegato è stato un sindacalista (Cgil);
I- La giungla dell’INPS: l’assenteismo è intorno al 30% e l’istituto paga 175 milioni di euro l’anno per straordinari. Un’apparato da socialismo reale distribuisce 6.222 poltrone;
J- Enav (controllori di volo): promozioni garantite, aumenti di stipendio per tutte le 13 sigle sindacali e per 3.320 dipendenti. Un sindacato con 5 iscritti è riuscito a far cancellare 320 voli in un giorno;
K- I dipendenti di Bankitalia  hanno il più ricco contratto imposto dai sindacati.
Cosa resta da dire? Viva i sindacati del pubblico impiego e i politici che li sostengono!!! Viva il governo ”professorale” di Monti che ha fatto follie per rimediare alle cause del vero dissesto economico del paese difendendo queste conquiste sindacali, seppellendo un paese già morto per conto suo!
*Unione Padana Mantova

http://www.tzetze.it/2012/09/il-sindacato-una-piaga-del-pubblico-impiego-italiano-lindipendenza.html 

 

Nessun commento:

Posta un commento