Il 19 luglio il Parlamento italiano ha dato il via libera al Fiscal Compact e al Mes, due trattati che minano notevolmente la sovranità e il benessere del nostro paese. Quali scenari si apriranno di qui in avanti? Ne abbiamo parlato con Claudio Messora, uno dei primi ad aver studiato e scritto sulla questione.
di Matteo Marini - 2 Agosto 2012
Fiscal Compact e Mes fanno parte di quei trattati internazionali che l’Europa ci impone
Quali scenari si apriranno di qui in avanti? Perché i giornali non hanno parlato dell’ok definitivo ai due provvedimenti? Per rinfrescarci la memoria su tutta la vicenda e sui risvolti preoccupanti che ci saranno di qui a pochi anni, ci siamo fatti una chiacchierata con Claudio Messora, blogger di byoblu.com che è stato uno dei primi a parlare dell’argomento e dei legami che il Presidente del Consiglio Mario Monti ha con certi 'piani europei'. Questo è ciò che ci ha raccontato.
Due settimane fa, il Parlamento ha approvato definitivamente il Fiscal Compact e il Mes. Ci vuoi spiegare di cosa parlano?
Entrambi fanno parte di quei trattati internazionali che l’Europa ci impone (perlomeno è questa la versione ufficiale!)
Il Fiscal Compact, si riferisce all’abbassamento del rapporto tra debito pubblico e Pil al 60% che deve essere raggiunto entro il 2020. Conseguentemente si prevede – per il nostro paese - una 'botta' di 20 miliardi all’anno, una cinquantina di miliardi di tasse in più da pagare. Capirai da solo che è un’operazione draconiana che, a fronte di un paese nel quale si fatica a trovare 8 miliardi di euro per la ricostruzione delle zone terremotate dell’Emilia, avrebbe dovuto occupare tutte le pagine dei giornali. Così non è stato. Il Corriere della Sera - solo per fare un esempio - ha dedicato alla notizia ben cinque righe e mezzo, a pagina 7, nell’articolo di fondo. Un vero e proprio distorcimento della realtà e dirottamento dei problemi su questioni di secondaria importanza, che è degna dei migliori periodi di oscuramento della verità. In epoche veramente poco felici.
Il blogget Claudio Messora è stato uno dei primi a parlare dell’argomento e dei legami tra il Presidente del Consiglio Mario Monti e certi 'piani europei'
Il MES è quindi questo 'fondo salva Stati' che consente un’organizzazione economico-finanziaria e, a tutti gli Stati che lo sottoscrivono, il trattato impone il versamento di quote. Noi partecipiamo con poco più del 17%. Questo cosa comporta per noi? Se il fondo avrà una dotazione iniziale di 700 miliardi, comporta - per l’Italia - 125 miliardi di debiti (di soldi che dovremo versare come 'quota', ndr). Anche su questo provvedimento, gli organi di informazione tentano di parlarne il meno possibile e – le rare volte in cui lo fanno – non citano mai il tasto dolente di questa 'quota' che ci toccherà versare. Il pagamento però, non avverrà subito. Una prima parte (15 miliardi) andrà sborsata nei primi 3 anni (parliamo quindi di 5 miliardi all’anno).
Il bello è che non finisce qui! La restante parte, infatti, ci potrà essere richiesta ad insindacabile giudizio dell’organizzazione, formata dai 17 ministri dell’economia dei paesi aderenti e che si chiameranno 'governatori'. Mettiamo caso che un giorno questi signori dicano: “dovete versare altri 125 miliardi”. Noi, senza poter replicare, dovremo versarli nei tempi e nei modi che loro riterranno opportuni. È chiaro che con questo esempio ho estremizzato il discorso ma è comunque assurdo. Ci stiamo di fatto inserendo in un vicolo cieco dal quale non c’è uscita!
Il MES è questo 'fondo salva Stati' che consente un’organizzazione economico-finanziaria e, a tutti gli Stati che lo sottoscrivono, il trattato impone il versamento di quote
In ultima battuta: come facciamo a tirare fuori dal cappello 125 miliardi di euro per darli al MES? Li prenderemo a debito, con degli interessi stratosferici visto che lo spread è alto. È come il concetto del premio dell’assicurazione, no? Se vado in default, in ogni caso sono 'assicurato'. E invece no! Perché se tu (Stato italiano) rischi di andare a gambe all’aria, vai dai governatori del MES e dici chiaramente che rischi il fallimento e che hai bisogno di soldi. Loro cosa fanno? Visto che hai pagato inizialmente il 'premio', ti danno i soldi, no? No, te li prestano ad altri tassi di interesse! Così dovrai restituirgli anche questi altri soldi e dovrai anche sottostare alle loro direttive in materia di politica economica, che loro ti chiederanno di attuare per essere sicuri che tu riuscirai a ridargli i soldi che loro ti hanno prestato. Ti metti, in poche parole, della gente in casa come la Troika ha fatto in Grecia e in Spagna.
Ultimissima cosa: il MES potrà rifinanziarsi anche con capitali privati, di organizzazioni finanziarie private che avranno il diritto di sedersi al tavolo con i governi, una volta che tu avrai avuto accesso al prestito del MES, per decidere anche loro quali politiche economiche da imporre agli Stati sono buone e quali cattive. Praticamente diveniamo una succursale di una grande banca d’affari, magari della Goldman Sachs, della Jp Morgan, etc.
Il MES è un trattato internazionale che era partito inizialmente come fondo salva Stati, e che poi si è rivelato essere un fondo di salvataggio delle banche
Non è assolutamente vero. La metafora della famiglia è obsoleta perché, da 10/20 anni a questa parte, abbiamo importato la dinamica dell’indebitamento delle famiglie private americana e poi abbiamo prima indotto il modello di acquisto compulsivo (comprare tutti i beni di lusso, non essenziali, spendendo qualsiasi cifra), mandandoti a casa anche le famose carte di credito 'revolving' (e tra l’altro nessuno le chiedeva!). Bastava usarle una prima volta per attivarle e in quel momento ti eri già indebitato. Si è visto poi in poco tempo come è diminuito notevolmente il loro utilizzo, prima in America e poi pian piano anche in Italia. È quindi inutile parlare di modelli per giustificare il Mes e il Fiscal Compact, perché la giustificazione non regge.
Secondariamente, bisogna sottolineare che la famiglia non stampa moneta! Deve per forza lavorare per vivere e non può fare altro. La funzione di uno Stato qual è? Comportarsi come una famiglia? No, la funzione dello Stato è quella di garantire il benessere di tutti, fornendo i cosiddetti 'servizi essenziali' che funzionano grazie al flusso di denaro, di soldi in circolazione. Se questo flusso (di soldi che entrano e che possono essere riutilizzati) si interrompe, i servizi automaticamente vengono meno. In questo caso lo Stato allora cosa fa? Per non fallire nel suo compito, fabbrica moneta e la distribuisce, tenendo conto l’inflazione e tutti i parametri del caso. Così si è sempre fatto. Lo Stato non ha il vincolo di spendere tanto quanto guadagna. È una cosa che non avrebbe assolutamente senso. Semmai lo Stato, per sviluppare nuove infrastrutture, stampa moneta, così ci paga gli operai e crea le nuove infrastrutture. Si è sempre fatto così, sin dalla notte dei tempi.
Con l’avvento prima dei cambi fissi e poi con l’introduzione forzata dell’euro, ha spostato – togliendo sovranità ai singoli paesi – la moneta al centro, controllata dalla Bce che, a differenza di quanto ha fatto la Fed, non può emettere 7 mila miliardi di liquidità. Non lo può fare. Alla fine della fiera cosa abbiamo, quindi? Abbiamo gli Stati che si trovano senza la possibilità di stampare moneta, vincolati al cappio di un’Europa che – per farti stampare moneta – ti obbliga inevitabilmente ad abbassare i salari e a peggiorare le condizioni di vita dei tuoi cittadini, tagliando sui servizi essenziali di cui parlavamo prima.
Sostanzialmente, l’Europa ci sta obbligando a fare ciò che non abbiamo mai fatto, imponendoci da capo un nuovo modello. È un modello giusto, buono per noi? No!
Ma se 'non è buono', perché ce lo impongono?
Bella domanda! È molto semplice. L’obiettivo prefissato è quello di costituire gli Stati Uniti d’Europa, cioè far abdicare tutti i singoli paesi alla loro sovranità (e pian piano ci stanno riuscendo). Mario Monti, all’interno della Commissione Trilaterale, era proprio l’uomo preposto a questo scopo, essendo il Presidente di tutta la zona europea. Quando andai a vedere sul sito della Trilateral i compiti che doveva svolgere, lessi – a grandi linee – che il suo ruolo è quello di essere devotamente commesso all’unificazione politica-economica totale europea. Si sta usando quindi la crisi economica per far saltare le ultime velleità di nazionalismo, di unità sociale dei singoli paesi.
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