mercoledì 18 aprile 2012

Caso Concordia: ecco il libro


"VADA A BORDO, CAZZO!". DENTRO IL PROCESSO: LE CARTE SEGRETE DEL NAUFRAGIO CONCORDIA
De Falco intimò a Schettino:“Vada a bordo, cazzo!” Ma fu la Costa a dire al comandante di rimanere a terra. Perché? Nel 2005 un’altra nave fa l'inchino, e finisce contro gli scogli. Unfotografo: “Fui minacciato affinché non rendessi noti gli scatti. Me lisequestrarono”. Perché? Mezz’ora dopo il naufragio della Concordia, laCapitaneria di Porto neppure sapeva che stava transitando una nave. Perché?
L'immagine della Costa Concordia adagiata sul fondale ha fatto il giro del mondo. La foto di un uomo, FrancescoSchettino, è diventata il simbolo della codardia e dell'infamia. Letestimonianze disperate dei naufraghi hanno riempito i teleschermi persettimane.
Ma non tutto è stato raccontato.
Molte domande sono ancora senza risposta. Anzi, i dubbi si moltiplicano. Com’è andata davvero la sera del 13 gennaio a bordo della nave che si è incagliata all'Isola del Giglio? Quanti equali sono i responsabili? Come hanno vissuto la tragedia gli ufficiali, ilpersonale, i passeggeri? Che ruolo ha avuto la Costa Crociere nella gestione dell'emergenza?
"Vada a bordo, cazzo!" È il primo libro che ripercorre quanto avvenuto davanti alle coste del Giglio in maniera puntuale ed esaustivaattraverso carte processuali inedite. A cura di Lorenzo Lamperti, Fabio Massa e Maria Carla Rota.
Il libro è edito da Affaritaliani Editore, sia in formato e-book sia cartaceo attraverso la formula delprint on demand. Affari Italiani Editore è un progetto internettiano figlio diretto della cultura della Rete e dellesemplificazioni del web: elimina i costi e le complessità della distribuzionetradizionale rivolgendosi direttamente ai lettori, ai quali propone libri diattualità, storie, idee, proposte di nuove frontiere del pensare e delprogettare, libri sui megatrend politici, economici, culturali e di costume.

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concordia web
 
Tra le carte dell'inchiesta sulla Costa Concordia, c'è una testimonianza in particolare che getta una luce inquietante sulle consuetudini di navigazione del comandante Francesco Schettino e Costa Crociere. Si tratta di quanto sostiene V. B., in passato imbarcata sulla Costa Atlantica insieme al comandante come infermiera di bordo. La testimone si mette in contatto con il responsabile della Polizia di Stato di Grosseto Maurizio Bergamasco.
Costa Concordia vigili fuoco 10

Secondo la sua testimonianza, il comandante era "solito instaurare sulle navi, durante il suo comando, un clima di terrore nei confronti dell'equipaggio e soprattutto usare le donne come 'merce' di scambio".
La descrizione che ne esce è quella di una sorta di "bordello galleggiante".
Ecco il testo della mail inviata da V. B. a Maurizio Bergamasco mercoledì 1 febbraio 2012:
Buongiorno dr. Bergamasco,
(...), ci siamo sentiti telefonicamente oggi e, come da accordi, le invio il materiale in mio possesso riguardo il Comandante Schettino e Costa Crociere. Io ho lavorato come infermiera di bordo dall'ottobre 2009 al maggio 2010 e sono stata imbarcata su tre navi diverse, una peggio dell'altra. Quella comandata da Schettino era la Costa Atlantica, la tratta era quella dei Caraibi e il periodo va dal 09/01/2010 al 12/02/2010. L'imbarco è durato solo un mese proprio per i problemi avuti con il comandante, il quale era solito instaurare sulle navi, durante il suo comando, un clima di terrore nei confronti dell'equipaggio e soprattutto usare le donne come "merce" di scambio. Nel mio caso si è trattato di questo, oltre che di un regolamento di conti avuti con il comandante in seconda di quella nave.

L’ex infermiera di bordo insinua un grave dubbio sul conto del capitano:
Le alterazioni del comportamento di Schettino erano da ricondursi ad agenti esterni, ma, come le ho detto, ho potuto solo lasciare allo stato di dubbio la mia affermazione non avendo prove riportabili oltre la mia testimonianza visiva. Io sono sbarcata a Cozumel, in Messico, anche parche non stavo bene ma le condizioni dettate da Schettino non mi permettevano di continuare comunque l'imbarco, infatti, dopo aver sbarcato il comandante in seconda, pretendeva che io rimanessi chiusa in cabina e che uscissi solo per lavorare e che comunicassi solo con lui. Ma le voci che giravano fra gli ufficiali erano, cito testuali parole, che mi voleva far fuori.

Il 16 febbraio 2010 la testimone segnala l'accaduto sulla Costa Atlantica a Costa Crociere con una e-mail con oggetto: "segnalazione etica comandante Schettino". V. B. afferma che il capitano decide, “con inspiegabile accanimento”, di far sbarcare per ragioni mediche lo Staff Captain “senza alcuna assistenza medica”. A quel punto dice di aver chiesto spiegazioni a Schettino.

La stessa sera mi sono recata dal Comandante per chiedere spiegazioni , anche perché alcuni ufficiali mi avevano avvisato del fatto che era in collera con me e che, testuali parole, "voleva farmi fuori". Schettino era in evidente stato di agitazione e, oltre ad aver voluto durante il nostro colloquio la presenza di un testimone (il master vallet) che guardasse ma non capisse l'italiano, mi diceva chiaramente che non vi era stata nessuna segnalazione etica a carico (dello Staff Captain), ma che era stato lui a volerlo sbarcare dando una serie di motivazioni poco chiare circa l'Immagine della società e a limiti che (sempre lo Staff Captain) avrebbe superato. Dopo altre affermazioni poco coerenti e al limite del delirio paranoico, tipo l'intenzione da parte nostra di essere più furbi di lui fregandolo con la stessa moneta (nostra di chi? che moneta?), mi ha nuovamente espresso il suo disappunto per il mio tempismo nel segnalare i farmaci assunti (dallo Staff Captain) e, dopo avermi ricordato che lui è il Comandante e può decidere chi deve continuare il viaggio lasciando a terra chiunque non gli vada più a genio, mi "consigliava", se non volevo fare la stessa fine, di stare in cabina e di rivolgermi solo a lui per qualsiasi cosa.

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