Rapporto Eures-Ansa. La maggior parte degli omicidi sono consumati in famiglia
Il 50% degli omicidi avviene nei contesti di coppia. In nove casi su dieci, il killer è un uomo.
Il rapporto indica un calo delle uccisioni che nel 2012 sono state 526 Si tratta del minimo storico degli ultimi 40 anni: il decremento è stato del 67,8% rispetto al 1990, quando gli omicidi erano stati 1.633. Così come gli omicidi in generale, anche quelli in famiglia (175 su 526) nel 2012 sono calati (-10,3%) rispetto al 2011.
Mentre hanno visto un forte aumento (+25,8%) quelli compiuti dallacriminalità comune (122), a cui seguono quelli da criminalità organizzata(84).
Tra i 419 autori noti di omicidio volontario censiti nel 2012, nel 91,4% dei casi l'autore è un uomo e nell'8,6% una donna.
Nel contesto familiare e affettivo la vittima è principalmente donna (61,1%), di età compresa tra i 25 e i 54 anni. Gli omicidi "nella coppia" interessano quasi la metà delle vittime totali di uccisioni in famiglia. All'interno della relazione di coppia coniugi e conviventi risultano le figure più a rischio (34,9% dei casi, pari a 61 vittime nel 2012). Nei primi sei mesi del 2013 sono state uccise 81 donne, di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo. L'Italia è comunque tra i Paesi meno esposti in Europa a questa tipologia di delitto.
Nel contesto familiare e affettivo la vittima è principalmente donna (61,1%), di età compresa tra i 25 e i 54 anni. Gli omicidi "nella coppia" interessano quasi la metà delle vittime totali di uccisioni in famiglia. All'interno della relazione di coppia coniugi e conviventi risultano le figure più a rischio (34,9% dei casi, pari a 61 vittime nel 2012). Nei primi sei mesi del 2013 sono state uccise 81 donne, di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo. L'Italia è comunque tra i Paesi meno esposti in Europa a questa tipologia di delitto.
Al Nord la famiglia si conferma il principale ambito omicidiario (con 82 vittime, pari al 47,1% delle vittime dell'area), prevalendo significativamente sulla criminalità comune (37 vittime, pari al 21,3%), sugli omicidi tra conoscenti (14,9%) e sugli altri contesti minoritari.
Al Centro è invece la criminalità comune a registrare il primato delle vittime (28 quelle censite, pari al 38,4% dell'area), prevalendo di poco sull'ambito familiare (27 casi, pari al 37%).
È il Sud a distaccarsi dal restante territorio, prevalendo anche nel 2012 gli omicidi compiuti dalla criminalità organizzata (28,7%), che superano quelli del contesto familiare o affettivo (23,7%) e della criminalità comune (20,4%).
Nell'ultimo decennio (2003-2012) si contano complessivamente in Italia ben1.838 omicidi volontari consumati all'interno della sfera familiare o affettiva, con una media annua di 184 vittime, pari, esattamente, ad una vittima ogni 2 giorni, ed un andamento complessivamente costante (i valori risultano compresi tra i 167 casi del 2007 ed i 201 del 2003).
http://www.articolotre.com/2014/06/rapporto-eures-ansa-la-maggior-parte-degli-omicidi-sono-consumati-in-famiglia/
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