Masamichi Noro è scomparso il 15 marzo 2013. Inopinatamente. Alcuni personaggi sono talmente ripieni di carica positiva che abbiamo la comprensibile sensazione che debbano essere se non eterni ed immortali perlomeno destinati a durare molto più a lungo di noi. Sarebbe giusto, ma purtroppo non è così ed eccoci improvvisamente confrontati con una perdita che appare sempre più grave ogni volta che ci ri torna alla mente. Ed al cuore.
Si tratta in realtà, se vogliamo attenerci ai meri fatti, di una foto scattata a Parigi nel febbraio 2004 durante il seminario che celebrava l'anniversario della associazione FFAAA diretta da Christian Tissier, che organizzò l'evento. I presenti stanno seguendo la lezione del doshu Moriteru Ueshiba, quindi stanno effettivamente sul cammino.
Un cammino concreto ma a volte immateriale, lungo il quale talvolta si progredisce pur rimanendo apparentemente immobili: in seiza.
Nato nel 1935 il maestro Noro iniziò la pratica dell'aikido intorno ai 20 anni presso l'Honbu Dojo di Tokyo sotto la guida del fondatore Morihei Ueshiba, contemporanemente a Katsuaki Asai sensei - di lui 7 anni più giovane - a cui si è legato di profonda amicizia. Venne inviato dall'Honbu Dojo in Francia nel 1961 allo scopo di diffondere l'aikido in Europa ma diversi anni dopo ebbe bisogno di rendere più esplicito il carattere personale della sua arte, a cui diede il nome di Kinomichi, ove michi è semplicemente una lettura alternativa del medesimo ideogramma dô (via) che compare in aikido.
Occorre dire non qualcosa di più ma casomai qualcosa di meno.
Semplicemente qualche tratto della personalità di Noro sensei: dotato di irrefrenabile senso dell'umorismo, grande carica comunicativa e contagiosa gioia di vivere e praticare, sapeva attirare a se ogni genere di persona.
Nella foto a lato, sempre relativa al seminario del 2004, sta mostrando, impietosamente per quanto sorridente, l'atteggiamento caricaturale del praticante ingobbito che si ostina a cercare la forza ed il dominio sull'uke, riuscendo solo a rendere ridicolo e danneggiare se stesso.
Ancora un attimo, ed una impercettibile sfumatura dell'atteggiamento e dell'espressione lo renderà invece incarnazione vivente del praticante "bravo" quanto presuntuoso.
Un insegnamento immortale, impartito nello spazio di pochi eterni attimi, senza pronunciare alcuna parola, ed a persone che erano a lui con ogni probabilità perfettamente sconosciute.
E probabilmente anche questo rientra nella normalità delle cose.
Il seminario si tenne su un immenso tatami allestito in una struttura per l'atletica al coperto a lato dello stadio di Dusseldorf. Non pensato particolarmente per il pubblico, poteva tuttavia accogliere un numero impressionante di spettatori, grazie alle sue dimensioni.
La dimostrazione del maestro Noro fu indimenticabile.
Nella prima possiamo anche cogliere maggiormente l'irripetibile momento in cui Noro sensei coinvolse nella respirazione kokyuho le svariate migliaia di spettatori presenti.
I praticanti erano invece esattamente 1000.
Asai sensei aveva deciso già in precedenza che il seminario sarebbe stato a numero chiuso, e arrestate le iscrizioni al raggiungimento del numero prefissato fu inflessibile nel respingere ogni ulteriore richiesta.
Nella seconda si è scelto di accompagnare i movimenti del maestro e dei suoi uke con della musica che sembrasse accordarsi con quanto la visione esprime.
A chi abbia riportato l'impressione che l'insegnamento di Noro sensei fosse una delle tante forme di pratica "morbida" riservata a chi non fosse in grado di affrontare quella "vera", suggeriamo la visione di questo altro filmato.
Fermo restando che anche le tecniche più "semplici" visibili nella dimostrazione di Dusseldorf richiedono una preparazione, mentale e fisica di eccelso livello.
Personalmente, pur avendo avuto scarse quanto sporadiche occasioni di conoscerlo, e non a fondo quanto avrei voluto, sento il dovere di ringraziare con tutto il cuore Noro sensei di essere stato tra noi.
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