Licio Gelli non è più commendatore
La (lentissima) scoperta della burocrazia
IL «VENERABILE»
Onorificenza revocata 32 anni dopo il caso delle liste P2
Ebbene, della perdita dell’onorificenza di commendatore apprendiamo dalla Gazzetta ufficiale del 29 luglio 2013, che pubblica uno scarno comunicato del segretariato generale del Quirinale, competente per la materia: il capo dello Stato è infatti il Gran Maestro dell’Ordine al Merito della Repubblica. C’è scritto che «su disposizione del Cancelliere dell'Ordine, ai sensi dell'art. 11 del decreto del Presidente della Repubblica 13 maggio 1952, n. 458, si è provveduto all'annotazione delle sentenze di condanna e del provvedimento di unificazione pene emesse dal Procuratore generale della Procura generale della Repubblica presso la Corte di appello di Milano, con le quali il sig. Licio Gelli è stato condannato, a seguito di vari reati, ad anni 30 di reclusione, nonché, tra le altre cose, alla pena accessoria dell'interdizione perpetua dai pubblici uffici, che comporta, ope legis, la perdita dell'onorificenza». Precisa ancora, il comunicato, che «al sig. Licio Gelli era stata conferita l'onorificenza di commendatore con decreto del Presidente della Repubblica 2 giugno 1966». Capo dello Stato era il socialdemocratico Giuseppe Saragat. Simon & Garfunkel pubblicavano The sound of silence, colonna sonora delLaureato, negli Stati Uniti la televisione trasmetteva la prima puntata di Star Trek, l’Arno straripava a Firenze. Gelli aveva 47 anni, e per altri 47 si è potuto fregiare del titolo di commendatore della Repubblica. Finché la nostra burocrazia ha avuto un sussulto di memoria. Meglio tardi che mai.
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