lunedì 27 maggio 2013

ENI, Enel, Wikileaks e "il complotto".


di 


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Lo sapete che nel finesettimana leggo Dagospia. Devo pur distrarmi. E oggi trovo questo. Eccone un estratto:
L'imperialismo americano non ha infatti mai digerito l'autonomia affaristica di Berlusconi. Anzi, si è sempre più mostrato incazzoso per i rapporti strettissimi - attraversoFinmeccanica, Eni, Enel - del Nano di Arcore con la Russia di Putin (il gasdotto Southstream), la Turchia di Erdogan (aerei ed elicotteri), la Libia di Gheddafi (dalle autostrade alle armi), perfino per le relazioni legate all'energia con lo stato del Montenegro.
Alle persone più serie, consiglio un articolo di Repubblica che, assai curiosamente, sostiene le stesse cose.
Quelle critiche sulla "diplomazia del gas" di Berlusconi, "non coordinata con le autorità americane". È passato un anno, ma nel frattempo la situazione è andata ancora più avanti. Tanto da ipotizzare persino un ingresso di Gazprom nel capitale Mediaset. Berlusconi troppo legato a Putin, Berlusconi che finisce in mezzo al "Great Game" in corso tra Usa, Ue e Russia per controllare i giacimenti del gas e petrolio dell'Eurasia. (...) C'è poi la questione Finmeccanica. Lo stesso premier ha ricordato ieri che l'azienda italiana "ha firmato un contratto di un miliardo con la Russia".
Ne parla perfino Grillo. Che il sostegno ai gasdotti russo South Stream e libico Greenstream costerà il posto a Berlusconi, che gli americani sanno in tempo reale, tramite i loro servizi, quello che avviene in Consiglio dei ministri.
Bunga bunga o no, qui si sta pestando qualche alluce che non si deve pestare. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.

(Vignetta da Insertosatirico)

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