Pubblicato il 14 mar 2013 da Davide Mazzocco
Per anni il poligono interforze di Salto di Quirra, in Sardegna, ha ospitato le sperimentazioni su armamenti di nuova generazione dell’esercito italiano ma soprattutto degli eserciti stranieri. Ora la magistratura sarda presenta il conto, con un rinvio a giudizio per venti indagati eccellenti che dovrebbe arrivare a luglio, dopo che il gup di Lanusei, Nicola Clivio, avrà effettuato un’ulteriore perizia sui livelli d’inquinamento della zona. Quando la magistratura ha iniziato a interessarsi del Poligono Sperimentale e di Addestramento Interforze Salto di Quirra, la priorità era rilevare se fosse stato utilizzato uranio impoveritovisto l’aumento statisticamente rilevante dei tumori emolinfatici.
A dare origine all’intervento della magistratura erano state le frequenti nascite di capi dibestiame deformi (come, per esempio, l’agnellino a due teste) e l’elevato numero di leucemie e linfomi di Hodgkin (la malattia anche nota come Sindrome del Golfo) riscontrato sia fra i militari operativi nella base, sia fra i pastori che usufruivano dei pascoli adiacenti alla base militare.
La svolta nell’indagine è avvenuta nel settembre 2011, quando dalla riesumazione dei cadaveri di alcuni pastori morti per tumore sono stati rilevati valori fuori norma di torio 232, lo stesso materiale radioattivo che è stato riscontrato negli animali deformati. Oltre ai gravi di problemi di salute e alla compromissione dell’attività di pastorizia, i test di Salto di Quirra hanno imposto anche numerosi stop alla pesca, a causa delle esercitazioni terra-mare.
Dopo che il 30 maggio 2012 la Commissione d’inchiesta del Senato ha approvato all’unanimità la relazione redatta da Gian Piero Scanu sulla chiusura dei poligoni di Capo Teulada e Capo Frasca e sulla riconversione di Perdasdefogu-Salto di Quirra in polo di ricerca, a luglio si passerà alla fase processuale.
Il pm Domenico Fiordalisi ha chiesto il rinvio a giudizio, con l’accusa di omissione dolosa e aggravata di cautele contro infortuni e disastri, di sei ex comandati succedutisi al poligono fra il 2004 e il 2010 e di due comandanti del distaccamento dell’Aeronautica di Capo San Lorenzo. Gli altri indagati, per omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri, sono tre membri della commissione del ministero della Difesa, e quattro esperti dell’Università di Siena che effettuarono i controlli per conto del ministero della Difesa fra il 2002 e il 2004. Completano la lista degli indagati due chimici accusati di falsità ideologica aggravata in atto pubblico; il medico del poligono accusato di omissione dolosa e aggravata di cautele contro infortuni e disastri, omissioni d’atti d’ufficio, ostacolo aggravato alla difesa da un disastro e favoreggiamento aggravato; l’ex sindaco di Perdasdefogu, accusato di ostacolo aggravato alla difesa da un disastro e favoreggiamento aggravato; il responsabile del servizio di prevenzione e protezione del poligono, per omissione dolosa aggravata di cautele contro infortuni e disastri.
Via I AgenParl
Foto © Getty Images
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