lunedì 4 marzo 2013

I RAPPORTI INTERNAZIONALI



Lo studio dei rapporti internazionali della Loggia P2 e dell'attività di Licio Gelli in tale contesto
non può che essere di circoscritte dimensioni in considerazione della difficoltà, per non dire della
impossibilità, per la Commissione, di indagare su queste situazioni che trovano sviluppo al di
fuori delle frontiere nazionali. Né si può sottacere che la presenza di Licio Gelli in paesi stranieri
non ha lasciato praticamente traccia, con riferimento evidentemente al periodo antecedente al
sequestro di Castiglion Fibocchi, presso gli archivi delle nostre ambasciate, nonostante di essa
esistano numerose ed autorevoli testimonianze che tutte convergono ad indicare l'intrinseca
dimestichezza di questo cittadino italiano con personaggi stranieri di altissimo livello politico.
Muovendo da queste premesse, la Commissione è in grado di affermare, in base ai documenti
ed alle testimonianze in suo possesso, che il rilievo dell'attività internazionale del Maestro
Venerabile è di segno certamente non inferiore a quello della sua presenza italiana, anche se
l'analisi di questo versante della sua personalità non può essere in pari modo approfondito per le
oggettive ragioni già indicate.
Si pone in primo luogo, come dato di sicura constatazione, che Licio Gelli pervenne ad inserire
l'organizzazione da lui guidata in più ampio contesto organizzativo di respiro internazionale.
Rilievo questo che si pone del resto in armonia con la natura in certo qual senso internazionale
della massoneria, la quale, come abbiamo già rilevato, aspira a porsi e concretamente si muove
come un'organizzazione che, assumendo a sua base premesse filosofiche di portata generale, tende
a stabilire legami fra gli affiliati che travalicano le frontiere. Nell'ambito di questa dimensione
sovranazionale, Licio Gelli appare interessato a due iniziative la cui esistenza è documentata in
modo certo. La prima è la cosiddetta Loggia di Montecarlo, per la cui esistenza la Commissione è
in possesso di scarsi, ma inequivocabili elementi documentali. E’ agli atti un modulo di iscrizione
(le indicazioni sono in tre lingue e cioè nell'ordine: inglese, francese ed italiano), per un Comitato
esecutivo massonico che aveva sede nel Principato di Monaco e che dal contestuale riepilogo delle
finalità associative risulta porsi come una sorta di organizzazione di livello superiore rispetto alle
tradizionali strutture massoniche. La finalità reale dell'organismo traspare dal documento, pur
condito dagli abituali generici richiami a superiori motivazioni, nel quale è dato leggere: «...scopo è
quello di realizzare...una forza di governo universale...» ed ancora: «...La Massoneria è l'organismo più
qualificato a governare, perciò se non governa manca alla sua vera ragion d'essere...».
Schede di iscrizione già compilate e corrispondenza agli atti dimostrano che il Comitato di
Montecarlo ebbe pratica attuazione, superando la fase progettuale; ma non ci è dato di sapere
quale consistenza esso venne a raggiungere. In sede interpretativa si può affermare che esso si
pose certamente come un momento qualificante dell'operazione piduista; e particolare interesse
suscita la circostanza che ad esso Licio Gelli pose mano in quel periodo, alla fine degli anni
Settanta, che abbiamo indicato come contrassegnato da un inizio di incrinamento del potere del
Venerabile Maestro. In questa prospettiva l'iniziativa di creare una organizzazione posta a ridosso
dei confini nazionali, ma al di fuori della portata delle autorità italiane, potrebbe inserirsi come
elemento di arricchimento e conferma al quadro delineato.
Altra iniziativa di respiro internazionale è quella dell'ONPAM, una istituzione a carattere
sovranazionale rivolta con particolare riferimento ai paesi dell'America latina, la cui esistenza è
documentata in modo certo e il cui significato appare, allo stato degli atti, ancor più difficile da
interpretare.
La Commissione è in possesso di una tessera intestata a Roberto Calvi, rilasciata nel 1975 e
sottoscritta da Licio Gelli in qualità di Segretario. Si ha inoltre notizia che al Gamberini era stato
affidato il compito di tenere i contatti tra l'organizzazione ed il Grande Oriente. Risulta che di
questa organizzazione esiste ampia documentazione nel materiale sequestrato presso la villa
uruguaiana di Licio Gelli e certo la sua conoscenza aprirebbe squarci di notevole interesse su tutta
la vicenda della Loggia P2, la cui dimensione internazionale, una volta conosciuta in modo meno
sommario, consentirebbe una valutazione più completa del valore politico di questa
organizzazione, che del resto era stato intuito dall'ispettore Santillo nella sua terza nota
informativa.
Appare infine dalla documentazione che il Venerabile della Loggia P2 godeva egli stesso di un
prestigio internazionale proprio nell'ambiente massonico. Non solo egli era infatti tramite dei
rapporti tra la massoneria italiana e quella argentina, ma già nel
1968 appare accreditato presso il Grande Oriente quale garante di amicizia di una loggia estera,
elemento questo che conferma la precocità della carriera massonìca di Licio Gelli, ampiamente
analizzata nel capitolo primo.
L'attività personale di Licio Gelli del resto appare sicuramente documentata come ampiamente
proiettata fuori dell'Italia, attraverso una fitta rete di contatti, anche esterni alla massoneria, tutti di
alto livello per il rango delle personalità con le quali il Venerabile intratteneva rapporti. In questo
senso l'epistolario rinvenuto apre uno spaccato, parziale ma efficace, delle relazioni che Licio Gelli
intratteneva con un’opera di continuo contatto e costante aggiornamento; ne emerge il ritratto di
un accorto professionista nell'arte dei rapporti sociali, comunque non certo confinabile
all'interpretazione di uno spregiudicato arrampicatore sociale, come dal tono generale delle lettere
si evince in modo non equivoco.
L'ambito di interessi di Licio Gelli appare in questo panorama rivolto eminentemente ai paesi
d'oltre Atlantico. Sicure e documentate sono le relazioni di Gelli con i paesi del Sudamerica ed in
particolare l'Argentina, paese nel quale egli era in relazione con l'ammiraglio Massera, ma
soprattutto con Peron e il suo entourage, nel quale grande rilievo aveva Lopez Rega, interessato
anch’egli alla iniziativa dell'ONPAM.
Giancarlo Elia Valori1, iscritto alla Loggia P2 e da questa espulso, ha testimoniato di aver ricevuto
una confidenza del Presidente Frondizi, che si domandava quale ruolo un privato cittadino
svolgesse per i Servizi segreti italiani ed argentini. In proposito di estremo interesse è la
deposizione del generale Grassini, Direttore del SISDE, il quale davanti alla Commissione ha
dichiarato: «...Non avevamo nessun rapporto con i Servizi dell'America latina...Sapendo bene che Gelli
aveva grandissime possibilità per quanto riguarda l'Argentina, gli chiesi se mi poteva mettere in contatto
con gli argentini. Egli aderì a questa richiesta e l'indomani mattina puntualmente il Capo del Servizio
argentino in Italia, all'Ambasciata argentina in Italia, si presentò nel mio ufficio, dicendosi pronto a
collaborare per qualsiasi cosa. Da quel momento nacque un contatto perenne e continuo tra il nostro Servizio
e il Servizio argentino, che si impegnò anche a fare da tramite tra noi ed i Servizi degli altri paesi
dell'America latina dove erano stati segnalati dei fuoriusciti, fu impostato quindi un sistema idoneo per la
ricerca di questi fuoriusciti».
Si ricorda al proposito che Gelli ricopriva un incarico ufficiale presso l'Ambasciata argentina in
Italia in qualità di consigliere economico e in tale veste intratteneva rapporti con autorità italiane,
in particolare in occasione di visite di Stato.
Altra importante direttrice degli interessi di Licio Gelli è costituita dagli Stati Uniti, per ì quali
appare accertato un solido legame con Philip Guarino in relazione alla vicenda Sindona. Gelli si
mette a disposizione di Guarino, membro del comitato organizzatore della campagnia elettorale
del Presidente Reagan, e da questi viene invitato all'insediamento del nuovo Presidente
americano.
Certo è che, come la vicenda degli affidavit raccolti in favore di Sindona ampiamente dimostra,
Licio Gelli era in contatto con gli ambienti politici e finanziari che costituivano il retroterra del
finanziere siciliano con una rete di rapporti di livello altamente qualificato.
La componente affaristica, assolutamente da non sottovalutare nella interpretazione del
personaggio Gelli, non gli impediva peraltro di avere contatti con la Romania, paese con il quale
l'azienda di Gelli aveva instaurato un importante rapporto di collaborazione produttiva.
Gli elementi esposti, pur nella loro sommarietà, consentono alla Commissione di affermare che la
dimensione del personaggio Gelli, sotto il profilo indagato, è certamente di peso non minore
1 Uscito indenne dalla tempesta della P2, ricoprirà incarichi importanti nell’amministrazione pubblica, fino a diventare
presidente della Società Autostrade. (La nota è nostra).
rispetto a quello pure rilevante già documentato con riferimento al nostro Paese. Se l'articolazione
dei rapporti e delle conoscenze è necessariamente conosciuta, allo stato degli atti, in modo
sommario, quello che appare sicuro in questo contesto è non solo il rilievo assunto dal Venerabile
della Loggia P2, ma soprattutto, oltre la dimensione affaristica pur rilevante, il valore politico
indubitabile che le relazioni intrattenute denunciano.

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