martedì 5 marzo 2013

Caro Grillo, lascia che ti spieghi il giornalismo (precario)





beppe grillo 247x185 Caro Grillo, lascia che ti spieghi il giornalismo (precario)Caro Grillo,

Pare che ieri tu abbia esordito così: “E’ chiaro che un ragazzo che prende dieci euro ad articolo non va a controllare le fonti dei suoi articoli: fa un articolo, lo sbaglia, fa un altrocontro-articolo, poi fa una smentita, fa tre articoli e porta acasa uno stipendio. E’ questa l’informazione”.
Come trovata comica, ammettiamolo, è esilarante.  Bravo. Urla e applausi dalla platea festante. Ma se non si trattasse di una battuta, ecco, allora sarebbe il segno evidente che forse ti sfugge qualche tassello di realtà e della professione giornalistica. E – diciamocelo – se così fosse non ti farebbe nemmeno onore.
Già perché se un giornalista precario scrive un’inesattezza in un articolo – ti assicuro, caro Grillo – che al secondo pezzo non ci arriva, ma nemmeno al terzo e al quarto. Stop. Viene messo da parte senza tanti complimenti. E magari si becca anche una querela. Perché quando al caporedattore squilla il telefono a causa di un articolo sbagliato, sono dolori. E certo quel caporedattore non penserà mai di commissionare altri tre o quattro pezzi a chi ha scritto castronerie solo per fargli avere lo stipendio.
Il ragionamento è abbastanza logico, credo, ma a te – caro Grillo – non interessa, ti preme solo urlacciare dai tuoi palchi che tutto è merda, che tutto fa schifo. Ti interessa fare di tutta l’erba un fascio. I precari del giornalismo, infatti, non li incontri nemmeno. Perché non ti interessa. Questa è la verità. Eppure sono proprio loro i primi a dover stare attentissimi a che tutto fili liscio, alle fonti. Dato che a differenza dei colleghi con contratti a tempo indeterminato, un’inesattezza può costargli cara.
E adesso, votate Grillo, mi raccomando.  Applaudite. Urlate. Sfogatevi.

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