I Zarrelli aiutarono i Della Seta a sfuggire alle persecuzioni. Oggi si ritrovano FOTO
Da sinistra Maurizio Della Seta, Pino Zarrelli, nipote di Antonio, e Maddalena, madre di Pino
Maddalena Zarrelli, titolare del Saponificio Zarrelli, con Enrico Della Seta
Gli esterni del saponificio Zarrelli negli anni Quaranta
Operai al lavoro nel saponificio Zarrelli negli anni Quaranta
L'amministrazione del saponificio Zarrelli negli anni Quaranta
Maddalena Zarrelli, titolare del Saponificio Zarrelli, con Enrico Della Seta
Gli esterni del saponificio Zarrelli negli anni Quaranta
Operai al lavoro nel saponificio Zarrelli negli anni Quaranta
L'amministrazione del saponificio Zarrelli negli anni Quaranta
Riconoscere ad Antonio Zarrelli l'onoreficenza di 'Giusto tra le Nazioni', il massimo riconoscimento concesso da Israele a chi abbia salvato vite umane e si sia distinto per atti eroici durante la Seconda guerra mondiale. E' quanto chiede la famiglia Della Seta, legata ai Zarrelli da amicizia e riconoscenza per essere stata da loro salvata dalla persecuzione contro gli ebrei.
I protagonisti della storia che riemerge nel Giorno della memoria sono Antonio Zarrelli e Enrico della Seta. Zarrelli giunge a Roma da Cautano, in provincia di Benevento. Fa il militare ad Albano e in questo periodo incontra Maddalena Zarrelli, che sposa. Nei primi anni '20 assieme a lei mette su un saponificio, con sede nel quartiere San Giovanni, che in pochi anni diventa il secondo saponificio d'Italia. Enrico della Seta è maggiore dell'esercito, responsabile di un importante ufficio al ministero della Guerra, reduce dalla missione in Spagna. E' di antica famiglia ebraica romana, vicepresidente della comunità quando vengono emesse le leggi razziali discriminanti per gli ebrei. Nell'autunno del 1938 si ritrova improvvisamente senza lavoro con moglie, suocero e due bambini a carico. Dal 1940 trova impiego come direttore amministrativo nel saponificio Zarrelli. E quando la situazione per gli ebrei precipita, nel 1943, è proprio Antonio a offrire a Enrico e alla sua famiglia per nove mesi un ricovero sicuro in uno degli appartamenti sopra lo stabilimento di sapone a San Giovanni, con documenti falsi e carte annonarie. Un gesto coraggioso: chi nascondeva ebrei metteva a repentaglio la propria vita.
Finita la guerra, Antonio Zarrelli viene accusato di connivenza con il regime fascista e di essere stato il 'saponiere del Duce'. Un'accusa infamante. Ma Enrico Della Seta testimonia in favore di Antonio, contribuendo al suo scagionamento.
Dopo 70 anni, Maurizio Della Seta, che da bambino nel saponificio visse nascosto, incontra per la prima volta Pino Zarrelli, nipote di Antonio. E chiede il riconoscimento per Antonio Zarrelli il riconoscimento di 'Giusto tra le nazioni'.
(ANSA)
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