Commozione per stimoli dopo una complessa risonanza magnetica
Una foto d'archivio del 27 dicembre 2005 di Ariel Sharon
EL AVIV - Ha reagito immediatamente alla voce del figlio Ghilad e quando gli hanno fatto vedere una foto della sua casa. Ariel Sharon, in una sorta di stato vegetativo ormai da anni secondo gli esperti, è riuscito a comunicare grazie ad un nuovo sofisticatissimo apparecchio per la risonanza magnetica: ne sono convinti i due figli, Ghilad e Omri, anche se secondo i medici non si può affatto parlare di miglioramento. Che l'uomo fosse duro come una roccia, lo si sapeva da tempo.
Ma ancora adesso, dopo sette anni di 'letargo' per via di un ictus, l'ex premier Sharon, 84 anni, continua, a modo suo, a lottare. Secondo il suo medico personale, Shmuel Segev, "esteriormente non è cambiato" e anzi ha davanti a sé ancora molti anni di vita. Ed i figli, Ghilad e Omri, non vogliono separarsi da 'tanto padre' e quasi tutti i giorni visitano la sua stanza nel centro medico Sheba di Tel Aviv in cerca di segni incoraggianti di ripresa: ad esempio una stretta di mano, oppure le pupille che sembrano seguire una persona conosciuta. Giovedì, con una operazione logistica segreta "come ai vecchi tempi", Sharon è stato brevemente trasferito al centro medico Soroka di Beer Sheva, per una risonanza magnetica con un nuovo apparecchio, sofisticato, giunto da poco dagli Stati Uniti. E le sensazioni soggettive dei figli sembrano abbiano trovato riscontro nei monitor dell'apparecchio. Al paziente sono stati impartiti stimoli di vario genere. Gli sono state mostrate immagini. Ha udito voci diverse. Ha avvertito il tocco della mano della sua infermiera fissa.
E il 'vecchio leone' (Ariel significa appunto Leone di Dio) non ha tradito la attese. Alla vista della fotografia della propria abitazione ha avuto una immediata reazione metabolica nella parte prevista del cervello. Così pure quando ha udito la voce del figlio, Ghilad. Non ha invece reagito di fronte alle immagini di edifici per lui insignificanti, o quando gli sono state proposte voci diverse. I figli sono emersi commossi dall'incontro col padre. I medici hanno spiegato loro che in realtà non si può parlare di alcun miglioramento. Ma loro hanno avuto ora la conferma che le loro intuizioni erano giuste. E che oggi più che mai sarebbe impossibile "staccarlo" dagli apparecchi. Sharon infatti respira in maniera autonoma e con la questa risonanza magnetica è stato confermato, sostengono i figli, che egli non è allo stato vegetativo, ma semmai si trova "ad un livello minimo di consapevolezza". Dopo questo esperimento, è possibile che Ghilad e Omri vogliano un giorno chiedere al padre se provi sofferenze. Secondo i medici, egli non è in grado di reagire a domande astratte. Se anche lo fosse e si lamentasse - è stato fatto osservare loro - nessuno potrebbe decidere di mettere fine alla sua esistenza. Meglio allora non varcare affatto quella soglia di conoscenza.
(ANSA)
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