giovedì 18 aprile 2024

TANNER TESSMANN GUIDA VENEZIA DALL'ALTO

 



Appena sbarcato in Italia da Dallas, nelle prime uscite pareva un gigante buono totalmente inadeguato ai ritmi della Serie A. Troppo lento, compassato, poco aggressivo, divorato dai cagnacci che affollano i nostri campi. Grosso sì, ben piazzato, ma per questo un po' goffo nei movimenti e nella gestione della palla. Tanner Tessmann arrivava nella multietnica versione del Venezia 21/22, per 3,5 milioni dalla MLS, proprio da Dallas, nella cui academy era cresciuto. Un investimento importante, che però appariva spopositato guardando le sterili prestazioni.


Qualche anno prima aveva rifiutato il ruolo di kicker nell’altro football, quello americano, all’Università di Clemson, avendo preferito l’interpretazione del nome dello sport all’inglese una volta giunta la chiamata di North Texas Soccer Club. Le speranze erano tante, seppur con tutte le attenuanti del caso, quelle riposte in lui da Mattia Collauto, ex direttore sportivo del Venezia, Paolo Poggi, ex responsabile dell’area tecnica, e Alexander Menta, l’ex capo delle analytics. Per certi aspetti, sembra passato un decennio da quella stagione, tutto sommato piuttosto fallimentare. 


Dalle ceneri di quel Venezia si è deciso di ripartire proprio dal ragazzone americano, probabilmente più per mancanza di mercato e necessità di non registrare una preoccupante plusvalenza. Due anni dopo, quel ragazzo spaesato e inadeguato si è trasformato un principe del centrocampo, faro non solo tecnico ma pure metronomo psicologico della squadra. Se lui gira, gira il Venezia. Appare sempre piuttosto sornione, ma il suo fisico in B gli permette di gestire agevolmente il pallone e di smistarlo. Quella velocità un pelo ridotta rispetto alla A fa sì che nella cadetteria Tessmann abbia imparato a gestire meglio il suo corpo e la palla. 


A giovarne è la squadra di Vanoli, ora terza. Aumentare ancora i giri del motore vorrebbe dire per lui, classe 2001, poter ambire a palcoscenici ancora più importanti. Si parlava di Bologna, in gennaio, ma poi non se n’è fatto nulla. Alla sua intelligenza da valido mediano, quest’anno ha aggiunto la caratteristica di realizzatore. Il primo dei due gol con cui ha castigato ieri pomeriggio il Brescia è piuttosto esemplificato: non solo bravura nelle verticalizzazioni, pure nella balistica. Palla spiovente, conta i passi, collo pieno, palla tenuta bassa, Lezzerini battuto. Ma le sue conclusioni da fuori sono state spesso minacce per i portieri del campionato, vedesi qualche legno preso da distanza siderale. 


Non solo un riferimento a Venezia, ma pure in nazionale, sia quella maggiore che quella olimpica. Marko Mitrović, CT dell’Under 23 che tornerà ai Giochi dopo Pechino 2008, ha convocato sia lui che il compagno di merende Gianluca Busio – altra materia da romanzo - per un training camp con la Nazionale Olimpica statunitense nel mese di marzo. Capitano delle amichevoli con Guinea (3-0) e Francia (2-2)? 


Serve rispondere? La sua crescita, da gigante di ferro a gigante del ruolo di mediano, da goffo ad elegante, da spaesato a faro, lo rendono uno dei profili più interessanti della cadetteria.

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