1. FATTO IL SENATICIDIO, PRONTA LA ROAD MAP DI PITTIBIMBO: REFERENDUM CONFERMATIVO CON LE ELEZIONI REGIONALI NELL'ULTIMA DOMENICA DI APRILE 2015, ELEZIONI POLITICHE CON LA NUOVA LEGGE ELETTORALE LA SECONDA O LA TERZA DOMENICA DI GIUGNO - 2. DIMISSIONI DI RE GIORGIO, NUOVO PRESIDENTE E REINCARICO AL CAPO DEL "GIGLIO MAGICO" - 3. MA CON LA RECESSIONE PIÙ NERA E LA TROIKA CHE (TREMONTI DIXIT) "E' GIÀ A VIPITENO", RENZI SARÀ IL CAPO DI UN PAESE SOVRANO O IL SUO COMMISSARIO LIQUIDATORE? - 4. SE LA SITUAZIONE DEFLAGRA (O NAPOLITANO SI DIMETTESSE IMPROVVISAMENTE) ANCHE QUESTO PARLAMENTO FAREBBE NASCERE UN NUOVO GOVERNO SENZA IL MARITO DI AGNESE - 5. ECCO DALLE MEDIOCRI SCARAMUCCE DEL SENATO CHI PER TRENTA DENARI O PER LA PROMESSA DEGLI STESSI HA SVENDUTO CON IL BICAMERALISMO PEZZI DI DEMOCRAZIA -
DAGOREPORT
Il Senato voterà fra poche ore il proprio suicidio, pur continuando a pesare sui conti dello Stato più o meno come prima. Il più delle riforme che non danno da mangiare e' dunque fatto, si potrà discutere se ci sarà meno democrazia in Italia o se la fine del bicameralismo ci proietta verso un mondo più efficiente e migliore.
A questo punto, ecco la road map di Renzi Matteo per approvare velocissimamente anche la legge elettorale, obbedire a Draghi Mario, far dimenticare agli italiani che siamo riprecipitati in una nera recessione (come tutte le ricadute e' peggiore della caduta) e andare alle elezioni politiche tra la seconda e la terza domenica di giugno 2015.
Per gli amanti della democrazia, forniamo anche l'elenco dei collaborazionisti, di quel pezzo di establishment che turandosi il naso e approvando tutto si è sistemato meglio sugli spalti del renzismo. O che, più probabilmente, crede di essersi sistemato meglio.
Ecco la road map. Nei primi giorni di settembre la riforma del Senato che esce da Palazzo Madama verrà incardinata in commissione Affari Costituzionali alla Camera, mentre al Senato si fa lo stesso con la riforma elettorale. La Camera, tenendosi larghi, approva il tutto in due mesi e mezzo, entro metà novembre.
Si ritorna al Senato per la seconda lettura, ma poiché i senatori possono intervenire ed emendare soltanto le parti modificate dalla Camera prima di Natale si chiude. La terza e la quarta lettura, anche la quinta se necessaria, diventano soltanto un adempimento formale, senza la possibilità di modificare nemmeno una virgola. Obiettivo: celebrare il referendum confermativo contestualmente alle elezioni regionali, presumibilmente l'ultima domenica di aprile.
Allora, fra otto mesi, la legge elettorale e' già stata approvata in via definitiva. Dopo le regionali e il referendum, Renzi ha buon gioco, visto il cambiamento istituzionale intervenuto, a chiedere l'adeguamento della rappresentanza alle nuove regole, cioè le elezioni politiche generali che potrebbero essere fissate tra la seconda e la terza domenica di giugno, fra dieci mesi.
Ovviamente, il tutto potrà essere preceduto da un discorso a reti unificate del Capo dello Stato di sostegno al premier riformatore e di preannuncio delle dimissioni all'atto di insediamento delle nuove Camere, in modo da avviare la nuova legislatura con un Presidente della Repubblica in pienezza dei suoi poteri e, soprattutto, legittimato dal nuovo Parlamento.
Re Giorgio va a casa contestualmente con i propri 90 anni (limite massimo che egli stesso, insieme a Donna Clio, si è dato). Il successore, capitolo che è meglio non aprire oggi per non fare solo l'elenco di quelli già caduti sulla via del Colle, ovviamente reincarica Renzi Matteo di formare il governo.
Fin qui la road map di Pittibimbo e del suo governo, che potrà comprendere anche ritocchi alla squadra più o meno importanti a seconda di chi poi andrà effettivamente a fare il commissario europeo. Ma trattasi di dettagli, vista la personalizzazione dell'esecutivo sul premier/segretario del partito di maggioranza relativa.
Fin qui la road map politica di qui a meno di un anno, credibile anche nei tempi vista la scarsa consistenza delle opposizioni e la tenuta del patto con Berlusconi Silvio. Con una differenza sostanziale e fondamentale: alla fine di questo percorso il premier Pittibimbo che viene rafforzato nei suoi poteri sarà il capo forte di un'Italia sovrana con il ruolo che spetta ad un paese fondatore dell'Europa oppure il commissario liquidatore del Paese agli ordini della Bce e della troika, in attesa di fare il conferenziere alla Blair (ovviamente, non pagato in sterline)?
La differenza e' tutta nelle sabbie mobili della recessione, nella spending rewiew che latita, nei negozianti che devono decidere se pagare le tasse o mangiare, nell'assenza del governo da ogni decisione utile alla gente, salvo il ricordo insistente e insistito dei famigerati 80 euro, la più grossa mancia elettorale che la storia italiana ricordi. E ciascuno può aggiungere quanto di crudo e di brutto l'acuirsi della crisi sta mettendo sotto gli occhi di tutti.
Nel frattempo, e' bene appuntarsi per quando le condizioni economiche miglioreranno, e quindi si potrà avere più spazio mentale per discutere di democrazia e libertà, chi ha secondato la deriva del Senato che non vota la fiducia al governo ma resta in piedi come gita premio a Roma per sindaci e consiglieri regionali, una sorta di grande Cnel, tanto inutile quanto costoso. Eccoli, protagonisti e comparse che non si ritengono tali:
Napolitano Giorgio: può lasciare dicendo di aver fatto le riforme. E chi se ne frega se gli italiani sono in ginocchio per la crisi e la democrazia un ricordo di tempi migliori.
Berlusconi Silvio. Diventa suo malgrado (non ci dimentichiamo che sta scontando i servizi sociali) padre della patria, ma muore politicamente poco dopo perché Forza Italia alle prossime elezioni diventa irrilevante.
Grasso Piero. Per non sbagliare non ha mai letto il regolamento del Senato (la Costituzione, quella l'ha letta forse da studente). I suoi trenta denari saranno questi: sarà in corsa per il Quirinale, ma solo per una giornata e massimo due votazioni.
Finocchiaro Anna. Avrà avuto il suo giusto riconoscimento che desiderava tanto: giudice costituzionale. Ma nel frattempo e' possibile che i tempi nuovi di Renzi prevedano l'abolizione per decreto della Corte Costituzionale, così lei potrà tornare a Catania ed avere tempo da dedicare al marito, anche per tenerlo più lontano dai pasticci.
Zanda Luigi. Troppo anziano per aspirare ad alcunché nel renzismo, poi a Pittibimbo non è simpatico. Si godrà la pensione ad Alghero.
Chiti Vannino. Capo degli eretici del Pd, sarà messo al rogo insieme ai complici Mineo, Minzolini e Mucchetti.
Casson Felice. Si salva dal rogo perché può rientrare in magistratura, dove si traghetterà alla (doppia) pensione sognando di mettere in ceppi e museruola il Grande Parolaio fiorentino.
Calderoli Roberto. Il risultato più importante da raccontare ai nipoti sarà quello, vero o presunto che sia, di avere avuto un invito a cena da Boschi Maria Elena. Il tentativo di sparigliare l'aveva fatto con l'emendamento di ieri dove collocava l'entrata in vigore della riforma alla fine della legislatura.
Grasso non lo ammetteva e lui lo riformulava al novembre 2016, data che coincide con i mille giorni chiesti da Renzi per fare anche le riforme economiche. Nemmeno questo passa, sia pure scomodando Madonna Boschi e Verdini Denis. Alla fine viene tramutato in innocuo ordine del giorno e anche la Lega ci fa una figuraccia. Magari nemmeno in cambio dei trenta denari.
Sacconi Maurizio. Gli stanno spiegando che la poltrona dell'Inps e' solo una illusione ottica.
Romani Paolo. Vorrebbe fare il ministro, ma ancora non sa se schierarsi con Fitto Raffaele. Preoccupato, chiede persino consigli a Bonaiuti Paolino che intanto ha già abbandonato Alfano per cinguettare di nuovo con l'amato Banana all'insaputa di Rossi Maria Rosaria.
Grillo Beppe. Tutto questo, si chiede, e' successo mentre i suoi erano al Senato e non se ne sono accorti, oppure se ne sono accorti e non sono stati capaci di fare nulla o quasi. Intanto ha avuto una soffiata via Casaleggio: a ottobre cinque milioni di italiani saranno in piazza San Giovanni a Roma per protestare contro il governo, ma non saranno ne' grillini ne' post comunisti. Solo incazzati.
Alfano Angelino, lasciato al Viminale per fargli chiedere l'intervento della Celere, proverà dopo vari tentativi a inviare gli agenti in tenuta anti sommossa, ma si stupirà vedendoli togliersi i caschi, abbandonare gli scudi e solidarizzare con i manifestanti. Tweet di Pittibimbo: una grande giornata per la democrazia italiana.
Ps. Tutto questo se diamo per scontato che la recessione sia "normale" (cioe' con la Troika economica che, secondo Tremonti Giulio, "e' già a Vipiteno") e non incarognita socialmente, altrimenti il mix di azzardo politico e crisi economica può far sfuggire di mano la situazione a chiunque in qualunque momento. Se ci fossero, ad esempio, dimissioni improvvise di Giorgio Napolitano e nomina di un nuovo Presidente della Repubblica da parte di questo Parlamento, proprio da questo Parlamento potrebbe anche nascere un nuovo governo non più a guida di Pittibimbo.
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