martedì 11 marzo 2014

Roma, la confessione della baby squillo: "800 euro in due giorni, abituata al lusso, non so se so smettere"

Dai verbali della Procura di Roma il quadro psicologico di una ragazzina confusa, attratta dal lusso


Roma, la confessione della baby squillo: "800 euro in due giorni, abituata al lusso, non so se so smettere"

“È difficile per me adesso pensare che devo andare in giro con i mezzi pubblici. Spendevo tutto perché pensavo ‘tanto domani li rifaccio’. Io mo’ non so manco come uscire il sabato. Non so nemmeno se ce la faccio a non rifarlo". Prostituirsi per garantirsi un tenore di vita alto. Non poter dire basta per non rinunciare al lusso. E' il quadro che emerge dai verbali dell'indagine della Procura di Roma sulle baby squillo. A parlare è la più piccola delle due prostitute adolescenti, la14enne che ha cominciato a fare commercio del proprio corpo peremulare l'amica di 15. "Verso maggio le ho detto: senti, ma magari provo a farla anche io questa cosa? - racconta ai pm - La prima volta niente, sono andata, ho provato. Scandalizzata mi sono messa a piangere". Ma, superato lo choc psicologico dell'esordio, la ragazza ha continuato a prostituirsi: "Tendo a dimenticare 'ste cose – spiega la ragazza – perché altrimenti non potrei davvero più vivere con me stessa. Io mi sdoppio, divento un’altra persona, non penso a niente. Ritorno me stessa dal momento in cui entro in casa". Ma che cosa spingeva una 14enne poco più che bambina a fare "la vita": "Quando andava bene, avevamo 800 euro in tasca in due giorni". Soldi che le servivano, racconta,"per comprare tutto quello che volevo. Taxi, vestiti, shopping, sigarette, borse di marca". Ed è proprio l'abitudine al lusso che tiene legata questa ragazza al mondo della prostituzione. "Non volevi farlo più?", le chiede il pm. "Per me era diventato un peso - ma poi corregge il tiro -. No, io non è che non voglio farlo. Io certe volte dico: Ma che cazzarola sto facendo?. E certe altre dico: Questa cosa mi serve". Nella confusione di un'adolescente finita in qualcosa più grande e pesante di lei, c'è spazio per il rammarico: "Non più manco tanto allo studio e ‘sta cosa mi dispiace perché a me ‘sti anni non me li ridarà mai più nessuno".


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